domenica 24 dicembre 2017

LA VERA STORIA DI RUDOLF

Il nome di Elisabetta Piccirillo è sempre più conosciuto e apprezzato dagli amanti della Cultura e dell'Arte: specialmente quelli che ad esse si avvicinino attraverso questo sito e la pagina FB dell'Accademia di Alta Cultura - che segue l'Artista insieme con la Fondazione CEA -. 
Elisabetta ha una vena prolifica e generosa, che la porta - non senza fatica fisica -  a spaziare, seguendo l'impulso del suo cuore generoso. Ecco farsi spazio la scintilla della scultura, o l'ispirazione per un quadro, o il sommovimento interiore che la porta ad esprimersi con una poesia o una prosa. 
Nell'imminenza del Natale - per fare a tutti i suoi migliori auguri - ha scritto una  storiella natalizia dedicata ai bambini, ma anche a tutti coloro che pur non essendo più bambini all'anagrafe, il "fanciullino" ancora ce l'hanno nel cuore e vivono l'Avvento con il senso della meraviglia... 
Da Elisabetta Piccirillo, che ci ha affettuosamente autorizzati a riprendere il suo scritto, giungano ai nostri Lettori i suo: ""AUGURI AMICI MIEI, VICINI E LONTANI!""

LA VERA STORIA DI RUDOLF

Mancavano pochi giorni a Natale e gli elfi lavoravano alacremente alla costruzione dei giochi per i bambini del mondo. Babbo Natale se ne stava al calduccio avvolto da mille coperte sulla sua slitta ad osservarli perplesso. Aveva un terribile raffreddore, il naso gli gocciolava ed era grosso e rosso. La febbre saliva e saliva e la testa gli doleva tanto che aveva dovuto togliere tutte le campanelle alle sue renne affinché non continuassero a rimbombargli nella testa. Gli elfi preoccupati avevano chiamato le fatine per accudirlo ma, malgrado le loro amorevoli cure, il raffreddore continuava a peggiorare e Babbo Natale faceva degli starnuti tali che tutti gli iceberg del Polo Nord tremavano. Il solo pensiero di volare nella notte di Natale lo faceva rabbrividire...
Babbo Natale trangugiava le terribili pozioni delle fatine nella speranza di guarire ma sembrava proprio che non ci fosse niente da fare.
Rudolf, la sua renna preferita, gli stava vicino e l'osservava con devozione e preoccupazione. Andò a chiamare Santa Lucia che aveva appena terminato il suo giro di regali, la quale, viste le condizioni di Babbo Natale e ben consapevole del freddo polare che avvinghiava la Terra in quei giorni, si fermò insieme alle fatine per cercare di salvare la situazione. Nessuno voleva disturbare Gesù Bambino che aveva già tanti problemi da risolvere sulla Terra prima del suo avvento...
Babbo Natale era ancor più irascibile quando pensava a tutti i biscottini ed ai dolciumi che i bimbi avevano già preparato per lui accanto ai camini e bofonchiava e grugniva borbottando neanche tanto sommessamente.  
Le fatine si agitavano lamentandosi con gli elfi e con Santa Lucia del terribile carattere di Babbo Natale. Santa Lucia chiese loro di volare fino in Turchia, dove Babbo Natale era nato, per portarle una goccia di mare di quei luoghi da mischiare alle lacrime che aveva asciugato ai bimbi tristi raccogliendole nel suo lacrimatoio. Era certa che con l'aggiunta di quei due ingredienti alle pozioni delle fatine e con le sue preghiere, Babbo Natale si sarebbe sentito meglio immediatamente.
Le fatine volarono leste e raccolte alcune gocce di mare, chiesero alla Stella Cometa che si stava avvicinando, di accompagnarle per fare loro luce nelle notti più buie dell'anno.
Non si accorsero però che un po' di polvere magica della cometa cadde nell'acqua di mare all'interno del lacrimatoio...
Al loro ritorno, mentre Santa Lucia pregava per la guarigione di Babbo Natale, loro, tutte insieme, prepararono la pozione più potente che avessero mai approntato.
Santa Lucia aiutò Babbo Natale, che era ormai senza forze, a berla tutta d'un fiato.
Nel giro di qualche minuto la febbre scese, le ossa non gli dolsero più,  Babbo Natale smise di starnutire e si soffiò vigorosamente il naso.
Quando tolse il fazzoletto dal viso, Santa Lucia, le fatine, gli elfi ed anche le renne rimasero esterefatti... Il naso di Babbo Natale era grosso e rosso come prima ma a quello si aggiunse che luccicava come la Stella Cometa!!!
Babbo Natale si guardò allo specchio e quasi rimase abbagliato dalla luce del suo naso!
Con quel naso luminoso tutti i bimbi avrebbero potuto vederlo e la fiaba di Babbo Natale e dei suoi doni non sarebbe stata mai più la stessa...
Le fatine erano troppo stanche e provate per volare di nuovo fino in Turchia a prendere la materia prima della pozione. 
Fu allora che il caro Rudolf ebbe la migliore idea che mai si potesse pensare. Chiese alle fatine di scambiare il suo naso con quello di Babbo Natale, tanto con quel barbone bianco nessuno mai se ne sarebbe accorto. Le fatine guardarono Santa Lucia con preoccupazione. Ella sorrise dolcemente a Rudolf chiedendogli se per tutta la sua vita avrebbe sopportato quel naso impegnativo. Gli occhi della giovane renna brillavano nella consapevolezza di poter salvare la bella fiaba di Babbo Natale e la felicità dei bimbi.
Fu così che nacque la leggenda di Rudolf dal naso rosso. La giovane renna che nella notte di Natale guida la slitta di Babbo Natale e che fa luce nel buio  con il suo naso luminoso affinché Babbo Natale possa trovare la casa di ogni bambino ancor più velocemente di un tempo.
Rudolf ancora oggi è tanto felice quando sente i bimbi del mondo cantare la canzoncina a lui dedicata:

"Rudolph, la renna dal naso rosso
aveva un naso luccicante assai
E se mai l'avessi visto
avresti detto che proprio luccicava.

Tutte le altre renne
ridevano e lo prendevano in giro.
Non lasciavano mai il povero Rudolph
giocare nessuno dei giochi delle renne.

Poi, una notte di Natale nebbiosa
Babbo Natale gli disse:
"Rudolph, con il tuo naso cosi luminoso
Vorresti guidare la mia slitta stanotte?"

Poi tutte le renne presero ad amarlo
e gridavano piene di gioia,
Rudolph la renna dal naso rosso
rimarrai nella storia!"


TUTTI I DIRITTI RISERVATI (Copyright) Elisabetta Piccirillo

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