sabato 24 giugno 2017

LA "TRAMONTANA DI VERSI" DI IOLE

IOLE CHESSA OLIVARES
Poesie esposte per l'evento 15/6 - 15/7 sul Lungo Lago di Luino (VA) 

FESTIVAL
" TRAMONTANA DI VERSI "







 L'apprezzamento per la poetessa Iole Chessa Olivares, e la richiesta di maggiori particolari sul di lei poetare, ci ha suggerito di evidenziare - a beneficio dei più attenti alle tematiche e alle problematiche correlate all'Arte della Poesia - ci ha indotti a evidenziare taluni aspetti a lei relativi, evidenziati da noti Critici Letterari. In verità, non unici: visto l'amplissimo palmares produttivo e di riconoscimenti della Poetessa.

JOLANDA LA CARRUBBA e  SARAH PANETTA  - su  “ EscaMontage Magazine “ scrivono: “ Se il sentimento dell’infinito è il vero attributo dell’anima “ come asserisce  MADAME de STAEL, Iole  vota la propria forma mentis poetica a ricevere e coreografare quell’infinito, chiedendo alla poesia di farsi portale e insieme scandaglio dell’anima.Ella infatti nulla esclude e tutto comprende, aprendosi all’  “ altro  “ , squarciando e insieme rielaborando con i sensi il fenomenico prodotto di illusioni, sogni e impressioni ancestrali e quotidiane rappresentati dalla realtà, di cui traduce passionale anche se quieta ,  ogni forma d’espressione.In questo unicum vitale analizza e scandisce seraficamente un’esplorazione purgatoriale dantesca, affrontando ogni materia compreso l’inconscio,sfidando se stessa e le proprie paure  riuscendo a sorpassarle ed elargendole al lettore come nuove mete di un infinito andare,senza temere il risvolto ombroso d’ogni luogo d’origine e originario.Si  ritrovano, infatti, suggestive immagini decodificate tra l’onirica  visione di un orizzonte sempre mutante e un incantevole  percorso intersecato ad ogni realtà  parallela.”
ANNA MANNA  scrittrice, poetessa  così afferma nella sua recensione “ LA TENTAZIONE DEL SUBLIME NELLA POESIA  DI IOLE CHESSA OLIVARES “: Iole  è percorsa da brividi sorprendenti e mai risolutivi.La sua poesia è avanti, guarda avanti anche quando sembra rivolgersi al passato e rielaborarlo perché la sua poetica è una scommessa con il  perfezionismo, continuo, affaticante, ansioso quanto basta per rendere il lettore partecipe di un’ascesa difficile e astrusa.La ricerca della parola è un sottile sotterraneo camino alla perfezione.Così attraverso vicoli,salite scoscese,repentine vaste  spiagge di libertà,la poetessa scalatrice si avvolge su se stessa e poi,subito,svolge la matassa e inebria il lettore con quel vocabolo rubato al paradiso, il paradiso dei poeti dove ogni sillaba splende ed ogni verso urla la verità…Iole non fugge, come uno specchio tutto riflette e tutto assorbe, vive, palpita,scrive nel suo tempo. Non è poeta di scrivania,eppure tutta la sua scrivania partecipa della scoperta poetica che lei dona a ogni verso.La sua cultura si dilata fino alle nuove  conoscenze storiche, si percepisce continuamente l’anelito a  “ esserci  “ confrontarsi con l’altro. La tentazione del dialogo continuo diventa percorso di grande interesse poetico.In lei la poesia è significante e significato dell’intelletuale-artista nel mondo di oggi. Così niente è mai…finito.Rilancio continuo e avventura nella vita  per la vita… “ Così in complice trasalire/ ossa rotte e amuleti/ ancora una volta/ proni al piffero del vento/ si preparano a salpare.( pag.132 ).
ANTONIO RAGONE poeta , scrittore, critico letterario  nella recensione al libro così  riassume:  “ la vera poesia non può essere esclusivamente  intimistica,  deve avere un’ampiezza che sia veicolo di universalità, supportando il concetto che tutto ciò che nasce dal di dentro, è anche  effetto del nutrimento di quanto respirato  quotidianamente nel mondo in cui si vive, per cui gli stati d’animo di Iole e gli accadimenti  esterni, a volte tragici, dolorosi, si intrecciano e divengono unico corpo poetico che va letto e studiato nella sua vasta complessità. Quando si avverte “ oltre i cespugli …misero di margine / il bagliore del mondo / per il gregge chino sull’erba / non si può  non affiancare… un velo d’anima / a brandelli / esangue  / in riferimento alla efferata violenza di DONATELLA COLASANTI… Anche la devastazione del terremoto dell’AQUILA del 2009 non è solo un effetto catastrofico e sconvolgente, ma anche e soprattutto uno sterminio dell’anima, mai individuale giacché  assume la proporzione  d’un  “ corale bisbiglio / d’invisibili macerie /. Così la poesia di Iole che si muove tra ombre  e nebbie  trova poi una sintesi  in  un “oltre”  o in un “ altrove “ che vanno sempre  cercati, scoperti  in ogni momento dell’esistenza   non lasciando spazio alcuno alla rassegnazione...
  In vastità di mare / un guizzo  d’acqua/ perde di celeste / Nel lascito / un’ombra d’onda/ cerca l’isola felice / altrove / d’ogni speranza/.Notevole quindi l’effeto degli avvenimenti del mondo nella poetica di Iole Chessa Olivares, fino al punto di divenire un fatto personale, mai lontano dalla sua sensibilità per cui ogni  poesia diventa di per sé  “ poesia universale e civile “  fatta di denuncia e sempre aperta alla speranza.”

SABINO CARONIA - scrittore, critico letterario, poeta, nella sua  recensione  al libro  così scrive :  “ Il motivo dell’acqua ritorna con significativa costanza nella poesia di Iole Chessa Olivares. Dalla silloge  “ IN PIENA SULLA CONCHIGLIA ( 2002 ) a    “NEL FINITO …MAI FINITO “ ( 2015 ).L’acqua si collega all’idea della vita, della rigenerazione.E’ noto a tutti come  l’acqua sia il simbolo dell’inconscio, come tra l’acqua e l’inconscio esista  una identità di significante  e significato. Meglio di ogni altro elemento rappresenta uno stato regressivo, simboleggia la sostanza primordiale da cui nascono tutte le forme e a cui ritornano per regressione o sul piano cosmico, per cataclisma. In questa ultima silloge voglio evidenziare una linea di sviluppo che si afferma come un motivo in una sinfonia. “ Una lingua di sabbia  / acqua / detriti di cielo / mutevoli quanto basta / mi scavano dall’infanzia / Io abbacinata dal mare/ sempre in me / lo porto e vivo / come preghiera/------ Acqua –mare-preghiera,  quindi, a suggellare questo  affascinante percorso poetico di Iole Chessa Olivares.
FABIA BALDI, poeta  scrittrice,  nella  sua magistrale analisi  testuale ferma la sua attenzione  in modo particolare alla sezione dedicata alla parola  rilevando quanto segue: “ In Sillabe Regina “ affiora una sorta di  dichiarazione di poetica.La parola che per MONTESQUIEU   “ est moitié a qui parle et moitié a qui écoute, per Iole “ esce di pugno sul silenzio/ oltrepassa le distanze/ …è “ un’antica vestale delle lontananze” rende possibile l’incontro e la comprensione tra il poeta e il lettore.In  “ Fiore di ritorno “ la dichiarazione di poetica si completa: la parola è diventata “ la poesia “che,  “ si nasconde in  disparte…Poi…è fiore di  ritorno / nel diverso emergere dell’anima/ nuovo slancio attende / anzi reclama /.La sezione si chiude con alcune   liriche dedicate alla figura femminile, suggerendo un ideale parallelo tra la poesia e la donna…L’afflato       poetico, successivamente, si slarga nell’anelito di conoscenza di sé e del mondo con reminiscenze omeriche.Iole così rinnova l’immagine di ULISSE,  il nostro  Ulisse…si ostina…sempre attende/ l’onda di rivalsa/magari inciampando/ in un gruno di disastri/scontati con infinita pena/e piccole illusorie amenità /… plasmandola sul calco dell’uomo comune, che dimostra il suo eroismo nella tenace lotta quotidiana. E come ULISSE, Iole Chessa Olivares, chiude questa densa, significativa raccolta non con la sicurezza dell’approdo, ma con l’incertezza di una ricerca “ mai finita “ ,  “ il vacillare di una corona/ la nostra corona/ lontana dal suo centro/ disobbediente/ gloria di Nessuno / in bilico /sull’abisso della schiena/ “

FRANCA  ALAIMO  - scrittrice, poeta nel suo saggio critico riassume tutti i temi dominanti con queste parole “l’Amore  è il Lemma-chiave dell’intera silloge di IOLE CHESSA OLIVARES, quello che permea le metafore del profondo,fa  colloquiare vivi e morti ,che alona la memoria del passato, i luoghi della propria biografia e le creature accolte nel corso della vita, di una luminosità vibrante, commossa, che fa dell’altro un angelo a cui dire sempre  “ sì “ per andare verso la perfezione, e, liberandosi del proprio egocentrismo,librarsi in quell’altrove sempre anelato.Tutto questo, nonostante la consapevolezza dell'irrisolvibile scontro fra bene e male che genera le storture della Storia,su cui l’autrice non evita di soffermarsi : le atrocità di Auschwitz, il conflitto bosniaco, la tragedia di Beslan, i fatti di Nassirya, il terremoto che devastò la città dell’AQUILA nel  2009..Così commenta PLINIO PERILLI, scrittore,poeta, critico letterario  autore della prefazione al libro, la poesia   “ANCORA UNA NOTA “ ( pag.69/70 ) :
“Solidarizzare in poesia, con la poesia, è un compito due volte arduo perchè approdo etico e gesto stilistico"

E' una definizione, questa di PLINIO PERILLI, che riassume la poetica di IOLE CHESSA OLIVARES,fondata sul convincimento  della necessità della poesia come testimonianza, canto della sacrale bellezza del mondo, anelito alla perfezione del cuore attraverso il recupero della fede, della speranza ( virtù non esclusivamente teologali ) ma anche senso profondo dell’euritmica bellezza delle parole “

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