domenica 18 settembre 2016

PADRE AMORTH E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE

Il 16 Settembre, alla veneranda età di 91 anni, il Rev.mo Padre Gabriele Amorth ci ha lasciati. 
O, meglio. il Suo corpo  unito alla Sua anima hanno esaurito il proprio percorso terreno: lasciandovi le proprie spoglie.
La Sua bella Anima invece è ascesa, per compiersi nell'abbraccio del Signore, che con la Sua Grande Luce ed il coro degli Angeli Lo ha certamente accolto.
Preziosa la Sua opera, eccezionale la Sua Figura: la Sua statura di Uomo come pure di Sacerdote
In tantissimi ricorsero alla Sua forza, alle Sue energie particolari: in tantissimi, proprio grazie al prezioso aiuto, riuscirono a superare le devastanti conseguenze dell'instillarsi del Maligno nel loro animo, nella loro mente, nel loro corpo.
Ebbi l'onore di esserGli presentato, e quindi di poter  parlare per un certo tempo con lui, qualche tempo fa: a favorire il nostro incontro, un Padre Spirituale della mia Famiglia -  particolarmente caro a mia Madre, Donna Zaira, e che ebbe un ruolo di grande sostegno umano e cristiano alla morte di Mio Padre Francesco - a noi particolarmente caro.   Anch'egli Sacerdote e confratello Paolino di Padre Gabriele: colmo di quella serenità, di quella capacità di affiancarsi ai  sofferenti, ai dubbiosi, agli infermi come ai sani, che solo Persone dotate di grandi qualità possiedono.
Rammento quegli incontri con Padre Amorth in ogni loro dettaglio, e confesso che sovente i fatti della Vita me ne ripropongono i contenuti.
Parlammo di Famiglia, di figli, delle difficoltà che le prove quotidiane della Vita ci riservano, della nostra condizione umana, di quale possa essere il nostro compito su questa Terra e nei rapporti con il nostro Prossimo...
Mi pose le Sue domande sempre in modo diretto, rapido, essenziale; così come anche le Sue risposte ai miei quesiti lo erano.
Ricordo benissimo che gli parlai istintivamente non delle mie certezze, ma dei miei dubbi o delle mie più banali incertezze: ero consapevole della preziosità di quegli incontri e di quanto il Suo tempo potesse essere prezioso; ed io non volevo sottrarne a chi potesse avere un bisogno più reale quanto urgente.
Chi ha conosciuto Padre Gabriele Amorth, ricorderà il Suo sguardo: diretto, indagatore, incessantemente fisso negli occhi, più che sul viso, dell'interlocutore: anche con me fece lo stesso, e per qualche lungo istante nel momento delle presentazioni ci fissammo allo stesso modo e con franca, sensibile, profondissima - così la posso descrivere - intensità.
Mi fece accomodare, mi chiese se avessi Fede e, alla mia risposta affermativa, volle posare leggermente la propria mano sulla mia fronte, nel gesto indagatore come pure liberatorio che certi Sacerdoti possono avere.
Parlammo anche di Massoneria, o - meglio - di pratiche ed attività massoniche.   Fu chiarissimo: di per sè le idealità legate a questo tipo di associazionismo non erano certo negative, anzi persino lodevoli nei loro principi fondamentali e fondanti. Quindi, disse, io potrei biasimarla e condannarla solo se i suoi comportamenti fossero immorali, illeciti alla Legge di Dio ed a quella degli Uomini, se lei rubasse o quant'altro: ossia se lei facesse del Male o potesse spanderne.
Scambiando le nostre rispettive considerazioni, concordammo nell'individuare come il deteriorarsi della Muratorìa, e quindi un certo suo lento quanto progressivo declino,  iniziò allorchè vennero abbandonate quelle parti che erano fortemente correlate alla Fede Cristiana che, a quel tempo era dominante e permeante, in cambio di un laicismo esasperato, anomalo.
Conosceva bene, Padre Amorth, cosa fosse - in questo particolare caso - la Massoneria, come operasse nel contemporaneo e come avesse operato 'prima', e quale ne fosse la vera storia.
Sapeva, Padre Gabriele... 
Anzi, aveva il dono più ampio della conoscenza.
Il Male, mi disse, è nel come gli uomini pongono in atto quei principi come pure altri in situazioni diverse: è l'uomo che, cedendo alle tentazioni ed alla corruttela, alle ambizioni ed alla sete di potere, rovina tutto con lea proprie azioni.
Cedendo al Male.
Cedendo a Satana, e divenendo suo schiavo.
Volle anche conoscere i miei due figli, allora alle scuole medie: fui lieto ed onorato della Sua richiesta... Li conobbe, in silenzio li guardò con l'intensità che gli era congeniale, aiutandosi con le mani, e li intrattenne entrambi, chiedendo della loro vita, della scuola, ma anche di come vivessero la propria Famiglia.
Un tempo così intensamente vissuto, che - pur nella sua rapidità - ci parve lungo e colmo solo delle nostre voci e dei nostri pensieri.
Con un sorriso ebbe in seguito a rassicurarmi sui miei ragazzi: "stai sereno" mi disse "sono liberi, sono puliti".
Parlammo di tantissime cose, ci scambiammo considerazioni importanti su cosa fosse il Male, e su come e quanto potessimo farne pur se sovente in modo solo parzialmente consapevole a chi vogliamo bene, 
Parlammo sul significato di "responsabilità", dell' "essere responsabili" delle nostre azioni; di come i nostri pensieri possano - anzi, debbano - essere passati al setaccio prima che abbiano a tramutarsi in azioni.
Su tante cose, qui sorvolo, perchè riguardavano cose e situazioni che forse non a tutti possono interessare: ma siate pur tranquilli che, in ogni caso, riguardano il vivere quotidiano di ciascuno.
Fu proprio grazie a quegli scambi di idee, ed agli insegnamenti contenuti nelle parole di questo Sacerdote, che potei rafforzare sì taluni miei modi d'essere, ma soprattutto la mia Fede: una Fede di cui  non evito di parlare e che, anzi, mi arricchisce interiormente.
Che fa parte di me, così come lo fa la concezione del Padre, del Figlio e delle manifestazioni attraverso le quali si possa manifestare la Loro Volontà attraverso la Santità dello Spirito. 
Parlammo anche a lungo della sustanzialità della Figura della Madre Celeste... con grande semplicità e naturalezza... in modo piano, ovvio direi. 
Grazie, Padre Amorth, per le Sue parole, per la Sua presenza.
E mi dispiace profondamente di non aver potuto avere l'opportunità, questa primavera, di poter porgerLe il mio filiale saluto: un'addetta alla portineria della Pia Società di San Paolo, giustamente intransigente, non mi consentì di poter accedere, salvo il lasciare alla Sua cortese attenzione un biglietto di poche righe, nella speranza che le Sue poche forze Le consentissero di leggerlo.
Sentivo che il Tempo si approssimava, Illustre Padre Gabriele, e - accomunando nella preghiera anche Don Pasquale che ebbe a farci conoscere - dialogavo serenamente, ma in tutta umiltà, con Dio affinché vegliasse e affinché potesse renderci meno dolorosa la Vostra assenza, quand'essa si sarebbe verificata.
Riposi nella Pace del Signore, Padre Amorth e - ancora più di prima, e certamente con più 'armi' di prima - sia nostro scudo contro Satana.
Domani alle 15, nella cripta della Basilica di Regina Apostolorum, il saluto terreno alle Sue spoglie.
Roma, 18 Settembre 2016              Giuseppe Bellantonio

Oggi 19 Settembre ero parte dei Fedeli che sono venuti a dare il proprio saluto alle spoglie terrene di Padre Gabriele Amorth.
Un evento colmo delle note della nostalgia e del rammarico, ma non del dolore, poiché tutti avevano la certezza che Padre Gabriele - un Padre energico ma premuroso, che ha sempre messo le proprie forze al servizio dei più deboli - fosse nella Luce del Signore.
Tantissima gente... per me che dal 1959 frequento questa bella Basilica, un ritorno a tempi molto lontani: quando la Fede si professava con maggiore intensità e con voluta continuità... raramente ricordo che questa Chiesa fosse così piena di Fedeli, oranti con partecipe devozione.
Un altro piccolo 'miracolo' di Padre Gabriele Amorth.
Moltissima la commozione tra i presenti, in molti lo sguardo era ancora incredulo e smarrito: per poi riprendersi attraverso le parole del Celebrante, con gli occhi che accarezzavano le spoglie di Padre Gabriele, attraverso il  legno della bara.
Dimostrazioni di sensibilità ma anche di quella forza riposta nel reagire, e che proprio Padre Amorth insegnava a gestire.


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