martedì 19 aprile 2016

LA FLIP PRECISA E SOTTOLINEA

Recentemente, il Direttivo della FLIP - per voce del suo Presidente Dott. Virgilio Violo -  ancora una  volta ha desiderato dare forma e sostanza alla voce dei giornalisti freelance, evidenziando ancora una volta le fastidiose punzecchiature che provengono da quel mondo giornalistico tuttora allineato e inquadrato nei vetusti e anacronistici 'ordini'. 
Ordini riguardo ai quali anche chi amministra questo sito sollecita la complessiva soppressione, così come anche sollecitato in ambito Comunitario. Ovviamente, fatto salvo per quegli ordini necessari per garantire l'efficacia assoluta di un diritto primario dei Cittadini: i medici per il diritto alle cure ed alla salute, gli avvocati per il diritto di difesa, gli ingegneri per la certezza della regolarità dei dati alla base del sistema-costruzioni, tanto private che pubbliche. 
Le sottolineature  che la FLIP ha proposto in una Comunicazione inviata ai propri associati, costituiscono sostanziale elemento di informazione anche per il pubblico: sempre nel segno della concretezza e dell'oggettività.   Così, per gentile autorizzazione formulataci dai vertici della FLIP, porgiamo all'attenzione dei Lettori le parti essenziali di detto comunicato, nella certezza che sapranno coglierne gli aspetti più significativi.
E importante notare come sia sì interessante il facile paragone con moltissime Nazioni estere  - dove il giornalismo freelance è anzi tenuto in grande considerazione -, ma in particolar modo è rilevante il volersi rifare proprio ai quanto è di presidio della libertà di espressione e di quella di informazione, così come esse sono previste e tutelate dai Padri Costituenti nella nostra Carta.
Espressioni di Libertà e autentica Democrazia che - almeno, secondo le apparenze - a molti sembra dare fastidio: da qui le periodiche, urticanti, prese di posizione di questo o quel soggetto che - sovente trincerandosi dietro il facile scudo di 'ordini' o raggruppamenti comunque di parte - sparando ad 'alzo zero' contro i giornalisti freelance, in realtà tenta di uccidere la voce di chi, al di fuori di schemi o preconcetti, opera per un'informazione scevra da condizionamenti, e pertanto trasparente, completa, veritiera e facilmente verificabile.
Ringraziamo  ancora una volta il Dott. Virgilio Violo per averci concesso di riportare qui brani significativi dell'importante messaggio della FLIP ai propri associati: un modo per far conoscere ed apprezzare ai nostri Lettori i valori ed il gusto di un giornalismo che vuol restare vivo e vigile.
 
Roma, 19 Aprile 2016                                  Giuseppe Bellantonio
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     La nostra associazione vuole rifarsi a quest’ideale (...) Siamo i figli di nessuno, coloro che credono nel proprio lavoro e nel ruolo affidatogli da una seria professione. Coloro che cercano di sopravvivere all’umiliazione di non avere padrini, che si aggrappano alla propria professionalità e dignità. 
     Non pretendiamo d’avere l’esclusiva, non sappiamo se vi siano altre associazioni come la nostra e se vi sono, che siano le benvenute. Il nostro impegno è quello di contribuire a costruire la casa comune perché i “desaparecidos”   prendano coscienza che un giorno potrebbe essere accordato loro ciò che la ragione ancora gli nega.               
       E veniamo a noi.                                                   
        La nostra associazione è stata fondata (...) nel gennaio del 1994, quindi più di venti anni fa. In un primo tempo lanciammo accorati appelli a ordine e sindacato dei giornalisti perché fosse presa nella giusta considerazione sia la dignità economica, che la professionalità dei  giornalisti autonomi,  ma  alle promesse non seguirono mai  i fatti. 
        Decidemmo così di non partecipare più alle loro  riunioni e di andare avanti con le nostre gambe,  essendo sempre più evidente l’asservimento delle istituzioni create per l’informazione ai colleghi dipendenti dell’editore. 
        Oltretutto le nostre posizioni erano divergenti: siamo per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, un “unicum” al mondo. A nostro modesto parere è più che sufficiente iscriversi alla camera di commercio, previo piccolo esame  per essere a conoscenza delle norme che riguardano l’informazione, prendere la partita iva e operare, al resto potrebbe pensarci più che egregiamente in nostro codice penale.
        Per noi, non c’è bisogno di appartenere ad un ordine, perché nel nostro lavoro esprimiamo delle idee, delle considerazioni (Art. 21 della Costituzione), non firmiamo un progetto di cui ne siamo i responsabili.
        Siamo contrari ai finanziamenti pubblici all’editoria,  strumento dei politici per condizionare l’informazione  che falsa il mercato,  mettendo a tacere coloro che non hanno la fortuna di avere tale elargizione. 
        Avremmo tanti altri argomenti per i quali discutere, ma non è questa la sede adatta.    I giornalisti freelance gravitano nel lavoro autonomo, dove vige la professionalità effettiva,  ma  non sono tutelati da un contratto come quello che hanno i giornalisti alle dipendenze dell’editore, solitamente legato ai politici per via dei finanziamenti pubblici, e che pomposamente amano ed esigono essere chiamati  giornalisti professionisti in quanto iscritti all’albo.
         Nel lavoro del giornalista freelance c’è l’alea del guadagno, non la sicurezza di un contratto, per cui è giusto che venga fatta una legge che ne tuteli la dignità economica, cosa che a tutt’oggi è lungi dall’ avverarsi. 
         Non ci facciamo illusioni, la filiera dell’informazione è voluta in questo modo per poterla controllare: un giornalista che faccia veramente informazione  sarebbe scomodo. Da noi  non esiste libertà di stampa come vogliono farci credere. Se ci fosse stata veramente,  se fosse stato dato  modo ai giornalisti di fare veramente il loro mestiere, probabilmente non ci sarebbe l’attuale condizione di degrado del Paese, in tutti i sensi. 
          Da 14 anni  organizziamo annualmente un premio sui diritti umani per ricordare il nostro vice presidente Antonio Russo, ucciso in Georgia mentre indagava sulle terribile tragedia cecena, si presume dai russi, ma poco se ne parla: forse l’ordine non ne vuole parlare perché non iscritto, o forse contro l’Egitto per il caso Regeni si può alzare la voce ma contro la Russia, che ci da gas e petrolio, è più comodo abbassare i toni?
        Antonio, che era un valente giornalista, pluripremiato per la sua coraggiosa professionalità, il cui nome figura tra i martiri ad Arligton, negli USA, nel memorial dedicato all’informazione nel mondo, non aveva il tesserino dell’ordine: non perché non avesse potuto ottenerlo,  ma perché si rifiutava di appartenere ad una corporazione fine a se stessa.
       Tolgono sangue  (denaro) a chi ne ha poco (i freelance)  per darne a chi ne ha molto in cambio del nulla (...) Non vogliamo avere nulla a che vedere con queste sovrastrutture anche se, purtroppo, ne dobbiamo rispettare le regole, ma  non ci rispecchiamo assolutamente in queste. Il nostro modo di intendere l’informazione è senza ma e senza però. 
        Come nella miglior tradizione, anche  tra i giornalisti, ogni qual volta si è in vista di elezioni di organi istituzionali (...), si formano cordate,  gruppi e sodalizi per conquistare le poltrone di comando. Lotte fratricide che si spengono puntualmente  ad elezione avvenuta.  Anche quest’anno il copione si è confermato,  ma con una variante: si è passati alla diffamazione gratuita nei confronti della nostra associazione, ecco perché  anche questa nostra.
        Circa un mese fa, prima delle elezioni (...), un gruppo di colleghi “pro ordine”, aderenti ad un gruppo su Facebook (giornalisti italiani su Facebook), crediamo su commissione (non è la prima volta che accade!),  ci ha attaccati pesantemente minacciandoci di deferirci all’ordine, accusandoci di essere illegali, e usando nei nostri confronti parole di scherno e gravemente offensive.  
        Siamo stati così costretti a rivolgerci ai nostri legali per tutelare il nostro buon nome. Abbiamo così affidato la pratica ai nostri legali, l’avvocato E.P. di Milano, dominus estensore dell’atto legale, e F. C. di Roma, domiciliatario.  Non appena intrapresa l’azione legale il collega A. P. ha ricevuto  una lettera del Presidente dell’ordine (...) nella quale, a nome e per conto del presidente dell’ordine nazionale (...),  chiedeva informazioni sulla nostra attività (...) Essendo il Presidente dell’associazione c’è stata la risposta del sottoscritto  (...).  Dopo neanche una settimana è pervenuta una lettera di scuse nei nostri confronti dal collega S.T., il maggiore tra i nostri denigratori (...).  
        Ci siamo dilungati un po’ per meglio chiarirvi la nostra posizione sullo stato dell’informazione in Italia, per informarvi doverosamente  dell’accaduto e rendervi partecipi dei ringraziamenti da parte di noi tutti all’avv. E. P. di Milano, per la correttezza e professionalità con cui ha operato, unitamente all’avv. F. C. di Roma per averlo coadiuvato.
       A Voi tutti  l’orgoglio di mostrare il nostro tesserino.
       Un abbraccio fraterno da parte mia e del Direttivo.
                                                                  Virgilio Violo  ed il Direttivo della FLIP
 

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