giovedì 28 aprile 2016

STORIA LUSITANA A ROMA









Dalla Collega Fiorella Ialongo, riceviamo una Nota informativa che volentieri proponiamo ai nostri Lettori.
L'evento è particolare, e offre spunti di interesse non indifferenti tanto agli amanti della Storia che ai semplici 'curiosi' degli avvenimenti che, più di quanto si immagini, segnarono un'epoca.
Siamo certi che la Conferenza riscuoterà un lusinghiero successo.
 
 
STORIA LUSITANA A
S. ANTONIO DEI PORTOGHESI
Appuntamento internazionale per gli amanti della storia europea.
Venerdì 29 aprile alle ore 18 nei suoi blasonati locali l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio di Roma (salone nobile), in via dei Portoghesi 2, ospiterà una Conferenza della
Professoressa Maria Helena da Cruz Coelho, storica del
Medioevo e Cattedratica della Facoltà di Lettere della
Università di Coimbra.
Il tema della conferenza sarà “Beata D. Mafalda – Memoria
nell’arte e nella scrittura”.
Verrà illustrato un periodo molto importante per la storia della Chiesa portoghese, con profonde implicazioni anche sulla fondazione del regno di Portogallo.
La conferenza ha l’alto patrocinio di S.E.  l’ Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede, Dott. Antonio de Almeida Ribeiro, che presiederà la Conferenza.
Fiorella Ialongo

lunedì 25 aprile 2016

25 APRILE !

 
     OGGI E' IL 25 APRILE!     
GIORNATA NELLA QUALE, CON SOLENNITA' DOVREMMO CELEBRARE L'AVVENUTA LIBERAZIONE DEL 1945. 
SOLENNITA', COMMOZIONE E GRATITUDINE: CHE NON SIGNIFICANO CERTO 'RETORICA': QUELLA RETORICA, QUEI BEI DISCORSETTI PRECONFEZIONATI E TIRATI FUORI DAL FREEZER PER L'OCCASIONE, E INSAPORITI CON QUALCHE RITOCCO. DISCORSETTI CHE, CRONACA ALLA MANO, OGNI ANNO SI RIPROPONGONO PUNTUALI E QUASI UGUALI: SENZA PAROLE NUOVE, SENZA COLPI D'ALA CHE FACCIANO INTENDERE UN RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO PIUTTOSTO CHE NON DELLE SOLE PAROLE.   UN SENTIRE CHE SIA DIVERSO PROPRIO ATTRAVERSO LE PAROLE, RIFLESSIONI CHE VADANO IN PROFONDITA' PONENDOSI ANCHE I SERI INTERROGATIVI CHE IL RAFFRONTO DELL'OGGI CON IL PASSATO PUR IMPONE.
GRAZIE A QUANTI - ITALIANI E NON - VERSARONO IL LORO PREZIOSISSIMO SANGUE PER CONSENTIRCI OGGI DI VIVERE IN LIBERTA'!
MA ONORIAMONE LA MEMORIA, PERO': RICORDANDO COME SIANO SEMPRE IN AGGUATO I NEMICI DI QUESTA NOSTRA LIBERTA', DI QUESTO SPIRITO EGUALITARIO - CHE DOVREBBE ESSERE TRASFUSO IN UNA CONDIZIONE DI EQUITA' PRESSOCCHE' PERENNE -, DI QUESTA DEMOCRAZIA FORSE ANCORA TROPPO GIOVANE E QUINDI INCOMPIUTA PERCHE' 'DISTRATTA' DAI TROPPI CHE, ABUSANDONE, TENTANO DI DISTORCERNE L'ESSENZA STESSA.
RINGRAZIAMO ANCHE QUEI 'PADRI DELLA PATRIA' CHE, POSTISI ATTORNO AD UN TAVOLO, E SPOGLIATISI DI VISIONI DI PARTE, EBBERO LE GIUSTE, ILLUMINATE, ENERGIE PER TRACCIARE LA NOSTRA CHARTA, LA NOSTRA COSTITUZIONE: CHE NEGLI INTENDIMENTI AVREBBE DOVUTO ESSERE FONDATA PROPRIO SULLA LIBERTA'. 
MA NON SAREMMO ONESTI, TUTTI NOI - CON NOI STESSI MA ANCHE VERSO LA MEMORIA DI QUANTI EBBERO A SACRIFICARSI -  SE NON PRENDESSIMO ATTO, ANCHE OGGI, SOPRATTUTTO OGGI, CHE IL MONDO - E L'ITALIA IN PARTICOLARE - STANNO VIVENDO UN GRAN BRUTTO, LUNGO, MOMENTO.
E MAI COME IN QUESTO MOMENTO LA GENTE, IL POPOLO, DOVREBBE ADOPERARE OGNI STRUMENTO - PROPRIO QUELLI CHE LA DEMOCRAZIA GLI CONSENTE - PER FAR CAPIRE AL PROPRIO SISTEMA POLITICO CHE E' ORMAI ORA DI ABBANDONARE GLI SCHIERAMENTI E LE BATTAGLIE DI PARTE: QUELLE FATTE NON DAI PARTIGIANI MA DAI CORTIGIANI DELLA 'VECCHIA' POLITICA, QUELLE FATTE DAI VARI GATTOPARDI CHE URLANO DI VOLER CAMBIARE TUTTO PER POI NON CAMBIARE NIENTE, QUELLE CHE - AL TIRAR DELLE SOMME - LASCIANO ANCORA SENZA LAVORO DISOCCUPATI E INOCCUPATI.
SENZA LAVORO, SENZA IL PANE QUOTIDIANO CON CUI POTERSI NUTRIRE E POTER NUTRIRE I PROPRI FIGLI.
SENZA POTER VIVERE UNA QUOTIDIANITA' DIGNITOSA.
SENZA PROSPETTIVE, PER CHI VIVE ORMAI DA TEMPO QUESTE ANGOSCE - POTENDOSI AFFIDARE SOLO AD UNA INCONCRETA SPERANZA - ; CON IL TIMORE DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO, LA CASA E - SPESSO - LA STABILITA' DELLA FAMIGLIA, ROVINATA DA TANTO SCONQUASSO.
NEL 1945 E' STATO SCONFITTO IL NAZISMO E, SOPRATTUTTO IN ITALIA, ANCHE IL FASCISMO. SCONFITTI ALLORA: MA NON DEBELLATI, SEPOLTI, MORTI.
AL NAZISMO DI ALLORA - QUELLO DELLE ARMI E DELLE OCCUPAZIONI MILITARI, DELLE CONQUISTE E DELL'ELIMINAZIONE DI INTERE FASCE DI POPOLAZIONE NEL NOME DI UNA 'SUPER RAZZA' - OGGI FA ECO UN NUOVO PERICOLO, NON MENO INFIDO E TEMIBILE: COMUNQUE VESTITO CON I COLORI DELLE GUERRE.
DELLA GUERRA ECONOMICA E FINANZIARIA, DELLA GUERRA DELLE ARMI E DELLA SOPRAFFAZIONE.
SI TENTA DI PIEGARE LA DIGNITA' E LA VITA DI INTERE NAZIONI APPLICANDO NORME CHE SI DICONO ESSERE CONDIVISE DA ALTRI (CHIAMATI SOLO AD ESSERE COMPLICI, SPORCANDOSI LE MANI MA SENZA POTER GUSTARE LA MARMELLATA), MA CHE IN REALTA' ARRICCHISCONO SOLO COLORO CHE SMEMBRANO E DEPREDANO LE ALTRUI RICCHEZZE.   SI PRESTANO SOLDI PER STRANGOLARE ANCOR MEGLIO CHI GIA' ABBIA DIFFICOLTA', NON BADANDO AD ALTRO SE NON AL TORNACONTO DI POCHI: SALVO POI DIRSI DISPONIBILI A RIDURRE IL DEBITO, QUANDO VEDONO DI NON POTER PORTARE VIA NULL'ALTRO SE NON LA VITA DI UN POPOLO.
QUESTO E' AVVENUTO IN GRECIA, MA AVVIENE QUOTIDIANAMENTE IN ALTRE PARTI D'EUROPA E DEL MONDO: ANCHE IN ITALIA.
L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA, E' SCRITTO NELLA NOSTRA COSTITUZIONE: SOPRATTUTTO RICORDANDO LO SCEMPIO E LE MISERIE PRODOTTI DAI DUE CONFLITTI MONDIALI.
MA CI TIRANO PER LA GIACCHETTA, COINVOLGENDOCI IN QUESTIONI DELLE QUALI NON SIAMO PARTE MA SOLO SPETTATORI.
PAGANTI, PER GIUNTA: CONSIDERANDO IL COSTO CHE PER NOI HANNO, IN OGNI CASO.
E IN QUESTO DISEGNO RITENGO CHE POSSA RIENTRARE IL VOLERCI DARE IL COMANDO DELLE OPERAZIONI IN LIBIA: ALTRI SI SPARTISCONO E SI SPARTIRANNO QUEI TERRITORI, CON LE RICCHEZZE CHE VI SI TROVANO, MENTRE A NOI UN CARICHINO DI COMANDO (UN 'COMANDARE' RELATIVO, BENINTESO: DOVE CI SONO FRANCESI, TEDESCHI, AMERICANI E INGLESI, A ESERCITARE IL VERO COMANDO NON SARANNO CERTO GLI ITALIANI!), UTILE A FAR GONGOLARE SOLO CHI DI CIO' SE NE POTRA' FAR UTILE VANTO.
SENZA CONTARE CHE, UN ATTIMO DOPO, UNA MASSA INCALCOLABILE  DI PROFUGHI (VERI O PRESUNTI TALI), SI RIVERSERA' VERSO IL PONTE-ITALIA PER CERCARE SUCCESSIVAMENTE DI SPAZIARE  FORSE IN EUROPA, FACENDOCI PAGAR CARO QUESTO NOSTRO 'COMANDO DELLE OPERAZIONI':  E TEMO CHE A POCO POTREBBERO SERVIRE LE 'BARRIERE' TIRATE SU IN TUTTA FRETTA, CON TARDIVO ALLARMISMO.
L'EUROPA HA SBAGLIATO TUTTO, PORTATA PER MANO SULL'ORLO DI UN ABISSO DA TEDESCHI E FRANCESI: IN NOME DEL LORO PROFITTO, DEI LORO CALCOLI, DEI LORO ACCORDI FINANZIARI E COMMERCIALI, DELLA VENDITA DELLE LORO ARMI. 
HA SBAGLIATO E CONTINUA A SBAGLIARE NELL'AFFRONTARE LA CRISI ECONOMICO FINANZIARIA, LA QUESTIONE DEI RIFUGIATI/PROFUGHI/MIGRANTI, LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA, IL TRATTATO ECONOMICO UE-USA.
E LE MOSSE VOLUTE DAI GOVERNATI DELLE DUE NAZIONI SOPRA CITATE CON LA TURCHIA, NE SONO ULTERIORE PROVA.
NON SOLO: SI FA DI TUTTO PER STRONCARE LA REATTIVITA' DEGLI STATI. NE SONO TESTIMONI I TENTATIVI DI INFIACCHIRE I VALORI DELLA NOSTRA ECONOMIA E SOPRATTUTTO DELLA NOSTRA AGRICOLTURA, ATTRAVERSO LA MINUS VALENZA DEI NOSTRI PRODOTTI TIPICI, DI ECCELLENZA, SOSITUITI DA SURROGATI PESSIMI E DALLA IRRINTRACCIABILE FILIERA PRODUTTIVA, CONTENENTI SOSTANZE CHIMICHE RESIDUE COME ORMAI DA DECENNI IN ITALIA NON VE NE SONO.
MA ANZICHE' RISOLLEVARE LE SORTI DI ALCUNI PAESI D'EUROPA - DOVE PRODUTTIVITA' E LAVORO LANGUONO: E L'ITALIA NON E' CERTO ESTRANEA A QUESTE DINAMICHE -, MILIARDI DI EURO INONDANO E INONDERANNO LA TURCHIA: CHE, PREVEDIBILMENTE, NEL TEMPO ALZERA' IL PREZZO DELLA PROPRIA 'COLLABORAZIONE' IN TEMA DI IMMIGRAZIONE; TRA LE CONTROPARTITE, UNA CONSIDERAZIONE QUANTO PIU' SOLLECITA POSSIBILE DELL'AMMISSIONE DI QUESTO STATO ALL'UNIONE EUROPEA.
UNO STATO COLMO ANCORA DI CONTRADDIZIONI INTERNE: TROPPE PER POTER FAR PARTE DI UN CONTESTO DOVE LE REALTA' SOCIALI, POLITICHE E RELIGIOSE SONO BEN DIVERSE. COME DIVERSO E' IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE 'LIBERTA'', 'DEMOCRAZIA', 'DIRITTI UMANI'.
CHI NON SI E' ACCORTO POI - NEI FILMATI 'UFFICIALI' - DEI SALUTI FIN TROPPO CALOROSI E QUASI 'COMPLICI' DI CERTI CAPI DI STATO, QUANDO ANCORA C'E' CHI NEGA PERSINO DI PARLARE, CHIEDENDO CHE SIA FATTA LUCE SUL CASO REGENI?
COSI' COME C'E' CHI NON HA NEL PROPRIO VOCABOLARIO LA PAROLA 'OLOCAUSTO': COME LO FU, IN UN NON LONTANO PERIODO TRA IL 1915 E IL 1917 IL MASSACRO DEGLI ARMENI PER MANO DEI TURCHI.
MA ANCHE DI QUESTO, GLI INTERESSI OCCIDENTALI E LA PAVIDITA' DEI MEZZI DI INFORMAZIONE SEMBRANO NON AVER TENUTO GRAN CONTO.
C'E' CHI VA AVANTI INCURANTE DI TUTTO E DI TUTTI, NON TENENDO CONTO DELLE PROTESTE ALTRUI.
CONTRO LA STORIA, CONTRO LE LEZIONI CHE LA STORIA HA SEMPRE IMPARTITO CON TRAGICA PUNTUALITA'.
E IN QUESTO NON POSSO CHE ESSERE IN DISACCORDO CON IL PRESIDENTE USA, CHE VEDE 'FARE LA STORIA' PROPRIO DA CHI AGISCE IN CHIAVE 'ANTI-STORICA'. 
GLI STATI UNITI D'AMERICA, PER BOCCA DEI SUOI MASSIMI ESPONENTI, HANNO AMMESSO LA GRANDISSIMA RESPONSABILITA' DELLA FRANCIA NELL'ATTUALE DISORDINE MONDIALE. NON MANCANDO DI DARE UNA BACCHETTATA ANCHE AL GRANDE ALLEATO BRITANNICO, TROPPO FRETTOLOSO A SEGUIRE LE ORME FRANCESI.
DALLA DESTABILIZZAZIONE DELLA LIBIA A TUTTO CIO' CHE, IN UN VELOCE CONTAGIO VIRALE, HA TOCCATO TANTISSIME, TROPPE NAZIONI: DALLA LIBIA, ALLA SIRIA.
QUASI CHE OGGI SI VOLESSE DAR VITA AL SOGNO DI NAPOLEONE III° : UN 'REGNO ARABO' DAL NORDAFRICA ALLA SIRIA, SOTTO L'EGIDA FRANCESE. 
GIA', UN MONDO ARABO, UNA REALTA' ARABA, CHE MOLTE CANCELLERIE FATICANO ANCORA A COMPRENDERE APPIENO.
MA PROPRIO L'EUROPA HA LA CULTURA E LE CONOSCENZE STORICHE PER COMPRENDERE BENE IL MONDO ARABO-ISLAMICO, INSEGNANDO A CHI NON ABBIA ANCORA BEN COMPRESO. O PER TRASCURATEZZA, O PER IGNORANZA, O PERCHE' IN MALAFEDE.
QUANTI ERRORI, EUROPA. 
E C'E' CHI VOLEVA FARNE DI PEGGIORI, INVENTANDOSI 'LA QUALUNQUE' PER TIRARE IN BALLO ANCHE LA RUSSIA.
EUROPA UNITA? NON TROPPO: CERTAMENTE POCO COESA, ABISSALMENTE LONTANA DAGLI IDEALI CHE I SUOI PADRI FONDATORI IN ESSA POSERO; TROPPO COINVOLTA A LIVELLO POLITICO CON LOBBY DI AFFARISTI, BANCHIERI, FINANZIERI; TROPPO POCO ATTENTA CON I GRANDI FENOMENI DELLA DISOCCUPAZIONE E DELLA SCARSA PRODUTTIVITA'.

A MENO CHE NON CI SIA QUALCUNO CHE SI 'LECCA I BAFFI' SPERANDO E INVESTENDO  NELLA RAPIDA REALIZZAZIONE DELL'ACCORDO COMMERCIALE ED ECONOMICO EUROPA-USA: UN ACCORDO CHE APRIRA' L'EUROPA ALL'ASSALTO DELLE MULTINAZIONALI AMERICANE.
 
AVREMO IL PREZZEMOLO DI CINCINNATI SULLE NOSTRE TAVOLE?
GIA' E' ARRIVATO QUELLO VIETNAMITA: CON BUONA PACE DELLA SALUTE.
E C'E' GIA' CHI DECANTA QUEI VINI DELLA CALIFORNIA CHE FINO A IERI FACEVANO FARE UNA SMORFIA AI BUONGUSTAI E AI TANTI SOMMELIER NOSTRANI.
IN QUESTO MOMENTO IL MADE IN ITALY AGRO-ALIMENTARE, LA NOSTRA RICCHEZZA DEL VALORE DI OLTRE 46 MILIARDI DI EURO, E' SOTTO ASSEDIO: MA C'E' SICURAMENTE CHI TENTERA' DI DARE LA SPALLATA.
MORTO O AGONIZZANTE QUESTO COMPARTO, L'ITALIA RESTERA' IN BALIA DI NUOVI BARBARI.
SCONFIGGIAMO QUESTO RIGURGITO DI  VIRUS, SUBDOLO PERCHE' MUTANTE E PROPRIO PER QUESTO INFIDO E MORTALE: RICORDIAMO IL VALORE E IL SACRIFICIO DI QUANTI MORIRONO PER QUESTA NOSTRA LIBERTA', RISCATTANDOLA NEL 1945 CON IL LORO SANGUE.
RIPUDIAMO CON VIGORE E PAURA LA GUERRA, LE GUERRE, LE GUERRE ECONOMICHE - ANCORCHE' STRISCIANTI E VILI -, CHIEDENDO A CHI CI GOVERNA DI TUTELARCI, DI ADOTTARE MISURE URGENTI DI SALVAGUARDIA, DI SOTTRARSI ALL'ABBRACCIO SOFFOCANTE DI CHI VOGLIA COINVOLGERCI  E FORSE PIEGARCI.
CHE LE GENTI D'EUROPA SI RIAPPROPRINO DEL LORO POTERE DI DECIDERE, DI SCEGLIERE DI AUTODETERMINARE: SPECIE QUANDO I POLITICI VANNO IN TUTT'ALTRA DIREZIONE CHE NON LA VOLONTA' DEL POPOLO.
SARA' - PER NOI ITALIANI - QUESTO IL MODO MIGLIORE PER RENDERE ANCORA PIU' SOLENNE LA DATA DEL 25 APRILE, AFFRANCANDOLA DA ROUTINE E VUOTA RETORICA.
 
Roma, 25 Aprile 2016                                      Giuseppe Bellantonio
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domenica 24 aprile 2016

ARIA DI FESTA A CORRIDONIA

 
Il 28 Aprile alle 18, a Corridonia (Macerata), presso lo spazio espositivo C.R.A.Z.I., si terrà la Mostra di Pittura 'ARTISTI INSIEME' della serie 'LA NOSTRA ARTE'.
Con significativo riguardo al territorio (ma non solo...) il Curatore Daniele Taddei,  per ART CLUB STUDIO, ha voluto intorno a se pittori rinomati ed apprezzati: Ubaldo Bartolini, Giuseppe R. Basili, Ugo Caggiano, 'Cagliostro', Silvio Craia, William 'Vivi' Medori, Mario Migliorelli, Riccardo Piccardoni, Antonio Remonti, Leonardo Serafini, Sandro Trotti e Luca Zampetti.
Meglio di ogni altra cosa, ritengo che siano proprio le parole dell'Amico Daniele Taddei a esprimere compiutamente lo spirito che informa l'imminente evento, al quale farà certamente da cornice una ricca presenza di pubblico ed estimatori dell'Arte.
Anche l'Accademia di Alta Cultura, con il proprio neonato MIRA, si unisce a questa bella iniziativa condividendone lo spirito.
Roma, 24 Aprile 2016                                                   Giuseppe Bellantonio

Quest'anno siamo giunti alla 7^ Edizione della Rassegna d'Arte Contemporanea in occasione della Festa del Lavoro alla Zona Industriale di Corridonia. In questa mostra come ART CLUB STUDIO abbiamo voluto riconoscere quegli Artisti che hanno condiviso il nostro cammino e coloro che abbiamo accompagnato in mostre personali fuori e dentro il territorio Regionale. Certamente gli Artisti che ci sono vicino sono tantissimi, ma anche per loro l'ART CLUB STUDIO ha dato sempre prova di collaborazione inserendoli periodicamente nei vari appuntamenti sul territorio.
Questa parola territorio per noi dell'Associazione riveste un significato profondo perché mentre per molti che attestano che il territorio è un limite, una palude, non invece sosteniamo che questo sia una risorsa, una energia che ci permette il confronto, la conoscenza e la forza per proseguire nella ricerca, nella sperimentazione per la migliore affermazione.
Gli Autori di questa mostra non hanno bisogno di presentazione e le opere debitamente selezionale costituiscono uno spaccato universale con linguaggi iconografici e aniconografici.
Come sempre il Comitato C.R.A.Z.I. mantenendo la proverbiale accoglienza ed ospitalità offrirà la tradizionale cena con ... polenta, fava, pecorino e porchetta ... d'altronde festeggiamo il 1° maggio !!!
Un appuntamento da non mancare per ritrovarci e dialogare sull'arte, sempre più meravigliosa quanto misteriosa.
                                                                          Daniele Taddei

venerdì 22 aprile 2016

INCONTRO CON LA PITTRICE MARIA LIVIA TALUCCI

Parlare di un’Artista, vuol dire spalancare una porta sulla vita e sulla personalità di una persona, scoprendo così gli aspetti, le sensazioni ed i  sentimenti che le hanno caratterizzate.

Maria Livia Talucci ha un punto fermo nella vita, e questo è il ‘movimento’! E’ una donna dinamica e dai poliedrici interessi, caratterizzata da una profonda cultura umanistica maturata nell’ambiente famigliare fina dalla prima adolescenza: a 14 anni aveva letto l’intera - e sostanziosa - libreria paterna, ricordando ancora oggi quanto l’avessero intrigata gli autori nord-americani ed i romanzieri russi: uomini e mondi certamente diversi, ma un unico e sottile sentire che li univa.
La scoperta della sua passione per l’Arte, nasce subito dopo questa fase: seguendo l’attività di uno zio – abile e appassionato Artista – che, tra l’altro, aveva eseguito importanti restauri ai dipinti di Raffaello presso la Villa Farnesina in Via della Lungara a Roma.  Dapprima, seguendo lo zio, l’interesse per la pittura era vivo ma ben presto si trasformò in una passione dai toni sempre più coinvolgenti: anche se ogni suo desiderio di intraprendere quella via, venne affettuosamente ma fermamente respinto dalla sua Famiglia.
Lo scorrere della vita, la condusse lontana da questa sua iniziale passione, portandola per lunghi anni a curare l’amata famiglia ed a dedicarsi all’insegnamento: passione, questa, non meno intensa dell’altra. Poco sopra avevo accennato della poliedricità di questa donna: alla famiglia e all’insegnamento e alla  pittura (molto poca, in quel periodo) aggiunse il suo grande interesse per lo studio per la biopsicoenergetica, maturato attraverso l’assidua frequentazione dei corsi dello scienziato argentino  Prof. Livio Vinardi (le cui conoscenze interiori si svilupparono alla scuola del Maestro giapponese Kenkichi Sakurai, praticando così il Sistema Isoterico) e del Maestro Roberto Zamperini (sviluppatore della ‘Cleanergy’, strumento per la terapia del corpo sottile e della casa, fondatore della TEV Tecnica  Energo Vibrazionale).  L’insegnamento delle diverse tecniche e la loro fusione, costituì in effetti l’ingresso nel vasto mondo dell’esoterismo, con l’approccio con i grandi Maestri del Cerchio Firenze 77 e la scoperta di concrete capacità medianiche (in parte, ereditate…).  
Energie, esoterismo, scienze bio e psico fisiche, piani vibrazionali… Tutte cose solo apparentemente distanti dalla pittura, ma in realtà – come ben presto scoprì Maria Livia – che costituirono un’eccellente, robustissima e vitale cornice proprio a ciò che in lei appariva in un certo senso sopito; o, quantomeno, superato dagli altri concomitanti interessi. Dipingere! Si accorse che non poteva più differire dal dare avvio ad un’intensa fase artistica, arricchita proprio da quel sentire maturato sul campo delle energie e delle vibrazioni.
Ad accompagnarla, fin da subito, una scelta: scarsa attrazione per i trionfi dei concetti e passione per i colori e per il loro utilizzo, come pure per tutti gli aspetti e le forme che riportavano alla Natura. “…Credo che i colori ci sollevino dal materialismo e c i guidino verso una dimensione spirituale…”: questo scriveva la Prof.ssa Talucci in una delle sue prime presentazioni.
Ho conosciuto ed apprezzato l’Artista, trovando le sue opere estremamente interessanti e variegate, caratterizzate da un vivacità cromatica che – specie nei toni delle terre – richiama le tonalità con cui gli Etruschi dipingevano le loro argille, le loro ceramiche.    Apprezzo le istintive quanto sapienti trasparenze che  segnano i suo dipinti, significative e particolari quando riguardano l’acqua ed il suo scorrere. La visione prospettica di quest’Artista è sviluppata in modo ottimale: taluni suoi dipinti danno una concreta impressione di polidimensionalità che, con naturalezza e forza, fanno esplodere le forme portandole ‘verso’ chi le stia guardando, con un dinamismo che cresce all’aumentare dell’osservazione.
A ben vedere, Maria Livia Talucci ha un suo stile che non è riconducibile ad uno stile particolare, definito ed univoco, poiché questo è frutto di un sentire profondo e composito, arricchito dallo studio di discipline e tecniche emotivamente sottili e intense, a loro volta ricche di saperi antichi.  Questa non-omologabilità con altri stili, è quindi il suo stile: uno stile, peraltro, intenso, dagli aspetti semplici e puliti ma scevro da qualsiasi banalità   o – peggio – da superficialità o approssimazione.
I dipinti delle Talucci ben ne rappresentano la personalità e gli ideali: amore per la vita e per la Natura, per il dia-logos, la ragione che attraversa tutti; ragiona e vive per ‘linee diritte’, senza funambolismi di alcun genere, lontana ed anzi opposta alle gelosie e alle invidie, aliena dal perdere del tempo prezioso in sterili contrapposizioni o in leziosismi dialettici. Per lei, nella vita, esistono il bianco o il nero: mentre nelle sue pitture i colori trionfano, inseguendosi in nuance dietro le quali pare scorgere una fase di  ‘transizione’ un ‘passaggio’, una ‘porta’ dietro la quale possa esservi un nuovo principiare, un diverso inizio.
Una magica alchimia sempre e comunque all’insegna della sua grande ammirazione per il Creato nella sua pienezza, provando sempre l’immenso stupore di chi ammira la Grande Opera cui solo un Essere Divino, con le sue incommensurabili energie,  può dar luogo.
La Prof. Maria Livia Talucci, brava Artista, nel dipingere trasfonde sempre cosa sente, senza seguire il fascino delle mode ma anzi estraniandosi ad esse, non necessitandone ovvero non ritenendole utili al proprio percorso umano ed artistico.  Proprio questo è forse uno dei segreti alla base del gradimento e del consenso di critica e pubblico nei suoi confronti.

Nei prossimi mesi l'Artista sarà tra quanti richiesti dall'Accademia di Alta Cultura per esporre in una collettiva organizzata dalla propria Rappresentanza per l'Arte nell'ambito del MIRA e di iDee nell'Arte

Roma, 22 Aprile 2016                                  Giuseppe Bellantonio
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martedì 19 aprile 2016

NATI PER LOTTARE...

E' nostra consuetudine sostenere i messaggi più significativi di quelle Associazioni e di quegli Enti che abbiano nel proprio oggetto sociale contenuti di particolare e significato rilievo sotto l'aspetto sociale.
Tra i messaggi che possono essere divulgati, c'è anche la sollecitazione dell'attenzione del Pubblico finalizzata a raccoglierne un qualche sostegno, specie in vista di un qualche impegno significativo ovvero particolarmente gravoso.
Grazie per la Vs. attenzione e per ciò che riterrete di fare a favore dell'Associazione di cui segue.
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...Vi invito, come ogni anno, a devolvere il 5 per mille del 730 e dell'Unico 2016 alla nostra Associazione "Nati per lottare Onlus"...          
CODICE FISCALE 97327330581
Per ogni informazione sulla attività della associazione potete consultare il sito www.natiperlottare.org
                                                                           ...Ogni aiuto è prezioso...!!!
                               www.natiperlottare.org
"...tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di loro se lo ricordano…"
Antoine de Saint Exupery, Il Piccolo Principe
Un’Idea Da Realizzare
 
Da maggio 2013 abbiamo intrapreso una strettissima collaborazione con l’Associazione "Pietro Leonardi Onlus per curare il comune progetto, "Il pallone è per tutti adotta un piccolo calciatore"… Lo scopo e l’impegno principale delle due associazioni è quello di impegnarsi a finanziare l'iscrizione di ragazzi appartenenti a famiglie svantaggiate ad alcune scuole calcio site in dei quartieri periferici di Roma, del Lazio ed anche in ambito nazionale e internazionale.

L’attività in questione è partita dal quartiere Torbellamonaca in Roma ed ha avuto seguito nel distretto di Manchay a Lima (Perù).
Tra i nostri progetti, con lo scopo di diffondere fra i bambini la cultura della differenziazione dei rifiuti e di far impegnare ex-detenuti nel sociale, vi è l’iniziativa Da un Tappo doni Amor, volta alla raccolta dei tappi di plastica in polietilene e polipropilene che sigillano gli imbottigliamenti più comuni.

Grazie all’efficace azione svolta nel tempo siamo riusciti ad avere la gestione di due container: uno sito a Roma in zona Tor di Quinto, e il secondo a Maccarese (Fiumicino). Entrambi sono diventati un punto di riferimento per numerose famiglie, aziende e imprese che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, portando periodicamente buste piene di tappi destinate alla ditta RMP Salari, specializzata nella lavorazione e recupero di queste materie plastiche.

Il ricavato ottenuto da questa raccolta è stato, di volta in volta, destinato a case-famiglia, associazioni di volontariato e rifugi per cani abbandonati.

L’iniziativa Da un Tappo doni Amor si è sviluppata in diverse scuole romane e laziali con incontri di educazione ambientale, premiazioni con attestati per le classi più meritevoli, ricevendo riscontri positivi d’insegnanti e presidi, nonché patrocini in alcuni municipi della Capitale.

Doveroso è ricordare le due associazioni che sono in sinergia con Nati per Lottare Onlus nel portare avanti questo progetto impegnativo: Gruppo Idee e Memento Naturae.
Altra importante iniziativa riguarda Baldo Children Home, un orfanotrofio situato in
Ndaragwa, Kenya, dove in questi anni abbiamo contribuito non solo all'educazione scolastica dei bimbi orfani da noi addottati a distanza, ma anche all'acquisto di tanti beni di prima necessità a loro destinati. Trattasi di una realtà di bimbi abbandonati, curati con molto amore ma con pochissimi mezzi dalle suore della Congregazione Piccole Figlie di S. Giuseppe.

Grazie all’aiuto di tante persone che a Ndaragwa sono diventate "Gli amici di Gabriella", abbiamo potuto dare un sostegno, oramai, a quaranta bambini, non solo per la retta scolastica, ma anche per tante altre necessità del loro orfanotrofio.
Aiutaci con un gesto gratuito: nella dichiarazione di quest’anno inserisci il nostro codice fiscale 97327330581 per destinare il 5 per mille alla NATI PER LOTTARE ONLUS.
Grazie                                       Il Presidente
                                                                                                        (Paolo Arcivieri)


 

BAMBINO OGGI... SOLLECITA LA VOSTRA ATTENZIONE

E' nostra consuetudine sostenere i messaggi più significativi di quelle Associazioni e di quegli Enti che abbiano nel proprio oggetto sociale contenuti di particolare e significato rilievo sotto l'aspetto sociale.
Tra i messaggi che possono essere divulgati, c'è anche la sollecitazione dell'attenzione del Pubblico finalizzata a raccoglierne un qualche sostegno, specie in vista di un qualche impegno significativo ovvero particolarmente gravoso.
Grazie per la Vs. attenzione e per ciò che riterrete di fare a favore dell'Associazione di cui segue.
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Litigare e' inevitabile, saper litigare e' possibile! Questo e' lo slogan della Onlus Bambino Oggi…Uomo Domani e per questo aiutiamo le persone a capirsi di piu' e a gestire in modo costruttivo frustrazioni, incomprensioni, conflitti della normale vita quotidiana prima che, a lungo andare, diventino irrisolvibili e causa di problematiche e atti di violenza anche gravi come quelli che ormai accadono ogni giorno per di piu' in un clima di rassegnazione e indifferenza generale.
 
Appare chiaro che, purtroppo, quel che manca e' un serio programma per educare le nuove generazioni a interagire in modo costruttivo con gli altri.
La Onlus vuole dare un contributo in tal senso e gia' da diversi anni, offre a gruppi di genitori e insegnanti delle scuole primarie, massimo 10 persone per ciascun gruppo, di partecipare a laboratori esperienziali articolati in 10 incontri di due ore ciascuno, per esercitarsi sulle tecniche di ascolto e di comunicazione empatica da trasmettere poi ai bambini, ma naturalmente da utilizzare anche con il partner i colleghi e chiunque altro. In pratica operiamo come nel classico 'prendere due piccioni con una fava': ci occupiamo dei bambini, ma anche dei loro adulti di riferimento

I risultati della nostra attivita' sono piu' che soddisfacenti come testimoniano coloro che partecipano e che aumentano ogni anno! Tuttavia per poter soddisfare tutte le richieste abbiamo bisogno di un maggiore sostegno da parte di coloro che ci sono vicini e ci seguono con interesse.
Unisciti a noi per garantirci un domani migliore! Contribuisci a realizzare un laboratorio e sostieni il nostro progetto Comunichiamo PositivaMente!
Rinnova subito la quota associativa per l'anno 2016 di 50,00 euro
  • Dona il tuo 5x1000: scrivi il codice fiscale 97554130589 e firma sul mod. 730/740/Unico/pensione. A te non costa nulla e aiuta noi a lavorare prima!
  • Dona un qualunque importo tramite versamento o bonifico sul C/C postale Nr. 98808249 intestato a Bambino Oggi...Uomo Domani Onlus - Roma IBAN: IT26S0760103200000098808249
Ricorda: le donazioni sono detraibili fiscalmente per la Legge 80/2005
Grazie!


REFERENDUM: HA PERSO LA DEMOCRAZIA


L'articolo a firma di S.E. il Prof. Salvatore Sfrecola a margine della recente tornata elettorale, non ha bisogno di introduzione: tanto è di per sé ricco di sostanzialità, di spunti interessanti, di riflessioni e - per molti versi - di elementi ovvii. Palesi agli occhi di tutti, salvo di chi si ostini a non voler vedere...
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Referendum, hanno vinto tutti, ha perso la democrazia

Com’è consuetudine all’indomani di una consultazione elettorale tutti si proclamano vincitori o, comunque, “non perdenti” assumendo che, in vario modo, l’esito abbia dato ragione alla indicazione fornita al corpo elettorale. C’è, però un sicuro perdente, la democrazia, sempre quando il risultato del voto è determinato dall’astensione degli elettori. E perde la politica se quell’astensione è stata effetto della insufficiente o distorta informazione intorno al quesito e alle conseguenze che la sua approvazione o meno avrebbe determinato.

Non entro, dunque, nel merito del controverso quesito referendario, sul quale, peraltro, si sono sentite non solamente tesi diverse, com’è normale che sia, ma autentiche bugie, evidenti anche alle orecchie del più modesto degli osservatori, purché desideroso di apprendere, ciò che dimostra come la democrazia in questo nostro Paese sia ancora incompiuta. Come attesta la polemica sull’astensione, certamente consentita sulla base della norma costituzionale la quale (art. 75, comma 4) prevede che “la proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”. Escluse, dunque, le schede bianche o nulle. Questo limite fu oggetto di accesa discussione in Assemblea Costituente. Fu proposto (Paolo Rossi) di elevare il quorum ai due quinti. Poi passò la formula dell’on. Perassi. E fu la maggioranza degli aventi diritto. La preoccupazione era quella di evitare che una legge, magari approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento, potesse essere abrogata anche solamente dal quindici per cento degli elettori.

La preoccupazione si comprende ma non convince. Il referendum è istituto cosiddetto di democrazia diretta, attraverso il quale si intende verificare la rispondenza della volontà degli eletti ai sentimenti degli elettori. È espressione autentica di democrazia per cui il limite imposto dal quorum a mio avviso non ha senso, in quanto, in vista del quesito, le associazioni ed i comitati schierati sul si o sul no, i parlamentari ed i partiti sarebbero costretti ad un impegno importante per sollecitare l’elettorato a votare in favore delle rispettive posizioni. Fidare sull’assenteismo, indotto da disinteresse per la partecipazione alle scelte della comunità o, peggio, da insufficiente o distorta informazione non è degno di una democrazia matura come noi crediamo sia quella italiana. O forse come vorremmo che fosse.

Sulla base di questo mio modo di intendere la partecipazione dei cittadini alle decisioni dissento dalla tesi di Alessandro Campi, docente di Storia del pensiero politico all’Università di Perugia, esposta oggi su Il Messaggero, secondo la quale “in democrazia non votare è comunque un modo per esprimere la propria opinione”. Ed aggiunge: “l’idea che solo recarsi alla urne rappresenti una prova di maturità civile o un esercizio virtuoso di cittadinanza nasconde un’idea pedagogica della politica e una visione della democrazia che sacrifica la mobilitazione di massa alla libertà individuale”. Dissento perché è difficile immaginare nella diserzione delle urne una scelta politica rispetto ad una decisione legislativa, come in questo caso, od all’indirizzo politico presentato dai partiti in una competizione elettorale. E, poi, da quale partito, considerata la varietà delle proposte in campo sulle politiche pubbliche, dovrebbe intendersi realizzato il dissenso del non voto?

Neppure l’ipotesi che il cittadino non vada a votare perché disgustato, come taluno afferma non senza qualche fondatezza, dalla politica e dagli scandali che da anni la caratterizzano, può identificare una “scelta” politica, sia pure implicita in una “non scelta”.

Diamo alle cose l’interpretazione più corretta o solamente più verosimile. Il popolo italiano non è stato educato alla partecipazione elettorale. Non lo è stato nei primi anni del Regno, quando votavano solamente i possidenti e coloro che sapevano leggere e scrivere, non lo è stato ai tempi del Fascismo, quando la “religione della libertà”, per dirla con Benedetto Croce, è stata sistematicamente compressa. Non lo è stato neppure nei primi anni della Repubblica nata sotto la minaccia del “caos” se non avesse prevalso sulla Monarchia. Ha avuto una parvenza di dignità essenzialmente negli anni della contrapposizione Democrazia Cristiana-Partito Comunista quando, come nel 1948, fu netta la contrapposizione nelle piazze d’Italia tra libertà e comunismo filosovietico, negatore dei diritti civili. Presto il compromesso storico e la esaltazione della fine delle ideologie, hanno decretato, in realtà, la fine delle idee che distinguevano destra e sinistra. Sicché, come ha scritto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di domenica 17, si è realizzata quella “erosione di identità che omologa la politica” ed attua, attraverso la fine dei partiti storici, il superamento del confronto, per cui il cittadino non è stimolato a riflettere, anche nel modo più semplice o semplicistico, per identificare il partito o l’uomo politico del quale condividere e sostenere i programmi. In tutto questo non ha aiutato una legge elettorale che fa del Parlamento un’assemblea di nominati dai partiti e non di soggetti eletti dai cittadini perché radicati sul territorio. Anzi, si è fatto di tutto per allontanare gli eletti dagli elettori trasferendo i candidati da una regione all’altra, spesso a distanza di molte centinaia di chilometri. In queste condizioni appare estremamente arduo considerare il non voto una scelta “politica”.

18 aprile 2016                                           Salvatore Sfrecola
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LA FLIP PRECISA E SOTTOLINEA

Recentemente, il Direttivo della FLIP - per voce del suo Presidente Dott. Virgilio Violo -  ancora una  volta ha desiderato dare forma e sostanza alla voce dei giornalisti freelance, evidenziando ancora una volta le fastidiose punzecchiature che provengono da quel mondo giornalistico tuttora allineato e inquadrato nei vetusti e anacronistici 'ordini'. 
Ordini riguardo ai quali anche chi amministra questo sito sollecita la complessiva soppressione, così come anche sollecitato in ambito Comunitario. Ovviamente, fatto salvo per quegli ordini necessari per garantire l'efficacia assoluta di un diritto primario dei Cittadini: i medici per il diritto alle cure ed alla salute, gli avvocati per il diritto di difesa, gli ingegneri per la certezza della regolarità dei dati alla base del sistema-costruzioni, tanto private che pubbliche. 
Le sottolineature  che la FLIP ha proposto in una Comunicazione inviata ai propri associati, costituiscono sostanziale elemento di informazione anche per il pubblico: sempre nel segno della concretezza e dell'oggettività.   Così, per gentile autorizzazione formulataci dai vertici della FLIP, porgiamo all'attenzione dei Lettori le parti essenziali di detto comunicato, nella certezza che sapranno coglierne gli aspetti più significativi.
E importante notare come sia sì interessante il facile paragone con moltissime Nazioni estere  - dove il giornalismo freelance è anzi tenuto in grande considerazione -, ma in particolar modo è rilevante il volersi rifare proprio ai quanto è di presidio della libertà di espressione e di quella di informazione, così come esse sono previste e tutelate dai Padri Costituenti nella nostra Carta.
Espressioni di Libertà e autentica Democrazia che - almeno, secondo le apparenze - a molti sembra dare fastidio: da qui le periodiche, urticanti, prese di posizione di questo o quel soggetto che - sovente trincerandosi dietro il facile scudo di 'ordini' o raggruppamenti comunque di parte - sparando ad 'alzo zero' contro i giornalisti freelance, in realtà tenta di uccidere la voce di chi, al di fuori di schemi o preconcetti, opera per un'informazione scevra da condizionamenti, e pertanto trasparente, completa, veritiera e facilmente verificabile.
Ringraziamo  ancora una volta il Dott. Virgilio Violo per averci concesso di riportare qui brani significativi dell'importante messaggio della FLIP ai propri associati: un modo per far conoscere ed apprezzare ai nostri Lettori i valori ed il gusto di un giornalismo che vuol restare vivo e vigile.
 
Roma, 19 Aprile 2016                                  Giuseppe Bellantonio
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     La nostra associazione vuole rifarsi a quest’ideale (...) Siamo i figli di nessuno, coloro che credono nel proprio lavoro e nel ruolo affidatogli da una seria professione. Coloro che cercano di sopravvivere all’umiliazione di non avere padrini, che si aggrappano alla propria professionalità e dignità. 
     Non pretendiamo d’avere l’esclusiva, non sappiamo se vi siano altre associazioni come la nostra e se vi sono, che siano le benvenute. Il nostro impegno è quello di contribuire a costruire la casa comune perché i “desaparecidos”   prendano coscienza che un giorno potrebbe essere accordato loro ciò che la ragione ancora gli nega.               
       E veniamo a noi.                                                   
        La nostra associazione è stata fondata (...) nel gennaio del 1994, quindi più di venti anni fa. In un primo tempo lanciammo accorati appelli a ordine e sindacato dei giornalisti perché fosse presa nella giusta considerazione sia la dignità economica, che la professionalità dei  giornalisti autonomi,  ma  alle promesse non seguirono mai  i fatti. 
        Decidemmo così di non partecipare più alle loro  riunioni e di andare avanti con le nostre gambe,  essendo sempre più evidente l’asservimento delle istituzioni create per l’informazione ai colleghi dipendenti dell’editore. 
        Oltretutto le nostre posizioni erano divergenti: siamo per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, un “unicum” al mondo. A nostro modesto parere è più che sufficiente iscriversi alla camera di commercio, previo piccolo esame  per essere a conoscenza delle norme che riguardano l’informazione, prendere la partita iva e operare, al resto potrebbe pensarci più che egregiamente in nostro codice penale.
        Per noi, non c’è bisogno di appartenere ad un ordine, perché nel nostro lavoro esprimiamo delle idee, delle considerazioni (Art. 21 della Costituzione), non firmiamo un progetto di cui ne siamo i responsabili.
        Siamo contrari ai finanziamenti pubblici all’editoria,  strumento dei politici per condizionare l’informazione  che falsa il mercato,  mettendo a tacere coloro che non hanno la fortuna di avere tale elargizione. 
        Avremmo tanti altri argomenti per i quali discutere, ma non è questa la sede adatta.    I giornalisti freelance gravitano nel lavoro autonomo, dove vige la professionalità effettiva,  ma  non sono tutelati da un contratto come quello che hanno i giornalisti alle dipendenze dell’editore, solitamente legato ai politici per via dei finanziamenti pubblici, e che pomposamente amano ed esigono essere chiamati  giornalisti professionisti in quanto iscritti all’albo.
         Nel lavoro del giornalista freelance c’è l’alea del guadagno, non la sicurezza di un contratto, per cui è giusto che venga fatta una legge che ne tuteli la dignità economica, cosa che a tutt’oggi è lungi dall’ avverarsi. 
         Non ci facciamo illusioni, la filiera dell’informazione è voluta in questo modo per poterla controllare: un giornalista che faccia veramente informazione  sarebbe scomodo. Da noi  non esiste libertà di stampa come vogliono farci credere. Se ci fosse stata veramente,  se fosse stato dato  modo ai giornalisti di fare veramente il loro mestiere, probabilmente non ci sarebbe l’attuale condizione di degrado del Paese, in tutti i sensi. 
          Da 14 anni  organizziamo annualmente un premio sui diritti umani per ricordare il nostro vice presidente Antonio Russo, ucciso in Georgia mentre indagava sulle terribile tragedia cecena, si presume dai russi, ma poco se ne parla: forse l’ordine non ne vuole parlare perché non iscritto, o forse contro l’Egitto per il caso Regeni si può alzare la voce ma contro la Russia, che ci da gas e petrolio, è più comodo abbassare i toni?
        Antonio, che era un valente giornalista, pluripremiato per la sua coraggiosa professionalità, il cui nome figura tra i martiri ad Arligton, negli USA, nel memorial dedicato all’informazione nel mondo, non aveva il tesserino dell’ordine: non perché non avesse potuto ottenerlo,  ma perché si rifiutava di appartenere ad una corporazione fine a se stessa.
       Tolgono sangue  (denaro) a chi ne ha poco (i freelance)  per darne a chi ne ha molto in cambio del nulla (...) Non vogliamo avere nulla a che vedere con queste sovrastrutture anche se, purtroppo, ne dobbiamo rispettare le regole, ma  non ci rispecchiamo assolutamente in queste. Il nostro modo di intendere l’informazione è senza ma e senza però. 
        Come nella miglior tradizione, anche  tra i giornalisti, ogni qual volta si è in vista di elezioni di organi istituzionali (...), si formano cordate,  gruppi e sodalizi per conquistare le poltrone di comando. Lotte fratricide che si spengono puntualmente  ad elezione avvenuta.  Anche quest’anno il copione si è confermato,  ma con una variante: si è passati alla diffamazione gratuita nei confronti della nostra associazione, ecco perché  anche questa nostra.
        Circa un mese fa, prima delle elezioni (...), un gruppo di colleghi “pro ordine”, aderenti ad un gruppo su Facebook (giornalisti italiani su Facebook), crediamo su commissione (non è la prima volta che accade!),  ci ha attaccati pesantemente minacciandoci di deferirci all’ordine, accusandoci di essere illegali, e usando nei nostri confronti parole di scherno e gravemente offensive.  
        Siamo stati così costretti a rivolgerci ai nostri legali per tutelare il nostro buon nome. Abbiamo così affidato la pratica ai nostri legali, l’avvocato E.P. di Milano, dominus estensore dell’atto legale, e F. C. di Roma, domiciliatario.  Non appena intrapresa l’azione legale il collega A. P. ha ricevuto  una lettera del Presidente dell’ordine (...) nella quale, a nome e per conto del presidente dell’ordine nazionale (...),  chiedeva informazioni sulla nostra attività (...) Essendo il Presidente dell’associazione c’è stata la risposta del sottoscritto  (...).  Dopo neanche una settimana è pervenuta una lettera di scuse nei nostri confronti dal collega S.T., il maggiore tra i nostri denigratori (...).  
        Ci siamo dilungati un po’ per meglio chiarirvi la nostra posizione sullo stato dell’informazione in Italia, per informarvi doverosamente  dell’accaduto e rendervi partecipi dei ringraziamenti da parte di noi tutti all’avv. E. P. di Milano, per la correttezza e professionalità con cui ha operato, unitamente all’avv. F. C. di Roma per averlo coadiuvato.
       A Voi tutti  l’orgoglio di mostrare il nostro tesserino.
       Un abbraccio fraterno da parte mia e del Direttivo.
                                                                  Virgilio Violo  ed il Direttivo della FLIP
 

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