mercoledì 25 novembre 2015

IL PAPA IN AFRICA. MA IL MONDO BRUCIA.

In queste ore Papa Francesco ha già raggiunto il Kenya, prima tappa in terra d'Africa, così mantenendo il proprio impegno di dar principio all'Anno Santo da quelle Terre.  E ciò nonostante le vocie le pressioni - anche autorevoli -  affinché rimandasse tale evento, in nome della salvaguardia della propria incolumità.
Certamente, il momento è gravissimo e fluido - anzi, volatile - nei sui sviluppi rapidissimi, negli eventi imprevedibili quanto cruenti: di fatto c'è una sorta di follia collettiva che serpeggia subdolamente, malignamente, trovando però chi l'apprezza e sembra far di tutto per dare il proprio negativo, pessimo, contributo.
Satana sta ancora una volta diabolicamente manovrando, servendosi degli uomini quali duttili strumenti della propria perfida volontà: e il Bene sembra soccombere.
Sembra.
Ma non perdiamo la Fede e la Speranza: e proprio questo credo che stia a significare la volontà di Papa Francesco nel mantenere i suoi impegni, nel segno della Misericordia: virtù morale ma mai come in questo periodo fortemente contigua al materiale.
Il Papa ha sollecitato in noi il compimento di opere di pietà, di misericordia, verso il nostro prossimo; prossimo di cui, con sentimento compassionevole (compatire = patire cum, soffrire insieme a), dovremmo alleviare le umane miserie, tanto materiali che spirituali.
Ma credo che oggi il messaggio abbia assunto una valenza diversa: di fronte alle tante carneficine di innocenti; di fronte alla follia di vittime immolate sull'altare di uno 'strano' dio, spietato e sanguinario; di fronte alle rivolte di gente senza pane, acqua, medicine, patria; di fronte alla spavalderia di chi pensa solo a fare affari vendendo armi o comprando petrolio color del sangue; di fronte alla pochezza di piccoli uomini che agiscono in nome di una politica pressapochista, incerta e arruffona; di fronte a uomini che - in nome della Pace e di un qualche supposto diritto - smaniano di scendere in guerra contro altri uomini... di fronte a tutto ciò, l'appello di Papa Bergoglio  alla Misericordia è ormai rivolto verso Dio, e ci chiede di unirci a Lui in questa invocazione.
Quel Dio Creatore fonte di infinito Amore, Pace, trascendente Bontà e Provvidenza - ma anche di Verità e Giustizia! - di cui viene invocata la Misericordia verso l'Uomo e le sue quotidiane follie, perpetrate con le motivazioni più  varie e abbiette, comunque nel segno del Male.
Papa Francesco - affidandosi, ma anche affidandoci, a Dio ed alla Sua Volontà, così come cristianamente deve essere - ha affrontato questo suo viaggio insegnandoci che, pur se sono trascorse centinaia e centinaia di anni da allora, anche oggi si può marciare nel Segno della Croce con la stessa sicurezza, Fede e certezza, dei tanti Martiri.   Da quelli di epoca romana del Cristianesimo delle origini a quelli che oggi affrontano la morte, perseguitati con ferocia per la loro Fede.
L'augurio più vivo è che questo Viaggio di Pace del Papa, prosegua nel segno dell'Amore, piuttosto che non del rancore e dell'odio più cieco.
Ma il mondo, purtroppo, continua a bruciare...
E anche i 'pompieri' che si cimentano in tale difficile ruolo, spesso sembrano sortire effetto opposto e contrario.
Ci si interroghi severamente sugli avvenimenti.
Ci si chieda dove, come e chi, abbia sbagliato ed in quale misura.
Ci si chieda chi abbia favorito la malattia, e poi l'infezione, il contagio, il terrorismo.
Ci si chieda chi lo favorisca, chi lo fiancheggi, chi lo alimenti: anche al di là di rassicuranti parole. 
Ci si chieda se siano corrette - nel 2015, alle soglie del 16° anno del XXI° secolo! - le pulsioni di quanti possano intendere procedere in nome di una sorta di neo-colonialismo alimentato da un post-illuminismo di tipo predatorio o bellico che intende combattere un  oscurantismo 'di ritorno'.
Ci si chieda come combattere in modo reale e concreto  le povertà, gli abusi, le violenze, le disuguaglianze.
Si prenda atto del fallimento delle varie politiche tese ad una - improbabile, se non impossibile: ma certamente dispendiosa - finalità integrativa di genti troppo disomogenee, diverse e/o compatibili tra di loro, premiando invece l'affermarsi di una pacifica società multietnica nel cui contesto nessuno debba sentirsi mortificato o prevaricato o, ancor peggio, mal tollerato. Si dia spazio ad una corretta solidarietà dei poli verso altri popoli meno fortunati.
Si prenda atto che non si possono piangere solo 'certi' morti, piuttosto che non 'tutti' i morti: vittime sì per mano del terrore, ma in realtà vittime di quella povertà che è fertile humus in cui è facile cogliere disperati, preda dei rancori e in cerca di vendetta.
Si chieda di far cessare le ipocrisie: dal denaro elargito per accogliere o gestire il fenomeno dell'immigrazione, ai canti fondamentalisti mentre si ricordano i morti uccisi per mano proprio di uguali fondamentalismi;  dai missili tirati con eccesso di zelo, alle sventagliate di mitraglia che colpiscono facili ed inermi bersagli umani appesi ad un paracadute per poi ribadire - sottolineandolo, anzi - quanto siano buoni i rapporti con quello stesso Stato - definito alleato e buon confinante - cui i bersagli umani appartenevano per nazionalità.
Si chieda che l'Europa sia realmente unita e che le volontà siano comuni e non certo quelle di questo o quel componente: specie se questi possano aver commesso errori macroscopici che si continua a camuffare con altri errori.
Che i Popoli facciano sentire la loro voce di Pace, che le stragi ed il terrore vengano immediatamente affrontati con ogni strumento possibile, ma che tutto si svolga con rapida efficacia senza portare il Mondo all'angoscioso bivio di una Quarta Guerra Mondiale - la Terza, a mio avviso, è quella, lunghissima, guerreggiata fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e fino ad oggi -.
Che si avvii un'opera di riqualificazione dei tanti cresciuti nell'odio, per generazioni.
Il Mondo brucia... e si continua a bruciare il possibile futuro di intere generazioni, prima immolate sull'altare della più bieca speculazione finanziaria e mercantile ed ora messe di fronte all'incertezza dello stessa loro vita.
L'unico mezzo è sedersi, tutti, attorno ad uno stesso tavolo: rapidamente... senza alzarsi se non allorché si sia raggiunta una soluzione.
Comune, condivisa, trasparente: comunque equilibrata.
Queste le istanze comuni che potranno rafforzare l'opera dei portatori di Pace, di coloro che le Scritture ci indicano come 'benedetti dal Signore'.

Roma, 25 Novembre 2015                           Giuseppe Bellantonio
 

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