domenica 12 luglio 2015

IO STO CON LEONIDA...


... che alle Termopili - nel 480 a.C. - era a capo di una contingente greco di circa 5500 armati, resistette a carissimo prezzo alla enorme pressione sviluppata dalla grande armata guidata dal re persiano Serse, consentendo così ad Atene di potersi meglio difendere e respingere quindi l'invasore.

          Ecco, i Greci hanno recentemente compiuto una serie di atti che ricordano - per coraggio, dignità e senso della Patria - quello di Leonida: solo che, contrariamente a questi, i moderni cittadini dell'Ellade non hanno avuto alleati nelle fila di quel contesto di cui erano pur membri.

           Gli appoggi, a tempo scaduto, sono frutto di una intesa USA-Francia, entrambe preoccupate dal degenerare di una situazione che avrebbe potuto e dovuto essere risolta diversamente, e da tempo.

           Gli USA, partner significativi nell'ambito della NATO, temono che un cedimento della complessiva tenuta greca possa non solo aprire inediti scenari di partnership tanto con la Russia che con la Cina. ma anche una eccessiva flessione nella consistenza (per tagli ai relativi bilanci) dell'esercito greco tale da poter fare ipotizzare possibili ripercussioni sul confine con la Turchia. La Francia - che pure è riuscita, unica, a sforare il tetto massimo del deficit programmato in area UE - sostiene ora con più forza la Grecia, per così difendere se stessa; ma anche per aderire alle sollecitazioni di Washington per aiutare la Grecia in questo delicatissimo momento.

             Delicatissimo per tutti... Ma non per Berlino che, apparentemente, pensa solo a parlare di 'rigore' nulla cedendo a quelle critiche che si fanno sempre più aperte e cocenti nei suoi confronti.

            La Germania... Ma la Germania in quale misura esprime lo spirito europeista dei Padri Fondatori?
             La più parte degli osservatori ormai concorda che l'odierna Unione Europea poco ha a che vedere con l'antico spirito di questi Grandi.
             E la critica più aperta, dapprima a malapena confessata, poi affermata con sempre più marcata energia, è che la Germania - utilizzando soprattutto la leva economica-finanziaria, ma anche una leva politica costante quanto poco appariscente - bada solo ai suoi affari: gli affari e l'economia di una Nazione cui sono stati di fatto sottoposti - o sottomessi - gli altri Stati.
            Oltre lo scatto d'orgoglio della Grecia, Berlino in primis ha subìto l'onta del fallimento della politica imposta in ambito comunitario nei confronti dell'ormai incontrollata immigrazione di massa in atto sulle direttrici sud-nord e est-ovest: Budapest,  ha deciso di costruire una barriera che faccia cessare la massiccia immigrazione clandestina (in nome del mantenimento della propria identità nazionale), a Calais si assiste all'assalto dei tir per poter passare dalla Francia all'Inghilterra, in Italia è sotto gli occhi di tutti - ma non di chi ci governa - lo scempio delle città diventate bivacchi e dormitori all'aperto nel nome di un erroneo concetto di 'accoglienza' e di 'solidarietà' (concetti pienamente condivisibili sotto l'aspetto religioso, ma non sotto quello sociale: che, in quanto tale, deve tenere conto di tutti i fattori e di tutte le priorità della societas e della polis). Quante pacche sulle spalle ci hanno dato: 'bravi', ci hanno detto tante volte, 'generosi' è la qualità riconosciutaci.   
            Ma stiamo pagando a caro prezzo tutto ciò.
            Ma allora: non sarebbe più 'normale' cambiare la graduatoria di questa nostra 'solidarietà', di questa nostra 'accoglienza'?
            Per primi dovremmo aiutare i nostri concittadini italiani 'realmente' poveri, poi quelli più indigenti, quelli rimasti senza lavoro, quelli che cercano lavoro; esaurito ciò possiamo pensare anche a spezzare quel che resta del nostro pane con i famosi 'migranti'. 
             Che tali non sono.
             Sono 'migranti' quei gruppi, anche di diversa specie,   che partono da un luogo per migrare in altro luogo per poi tornare - anche periodicamente - nel primo luogo di partenza.
             Gli altri, nella migliore della ipotesi, sono emigranti: che pochissimo o nulla si lasciano alle spalle, se non le radici della loro terra natia; radici alle quali chi vuol veramente aiutare deve fare di tutto per far restare collegati a costoro, senza invogliarli ad affrontare altre incognite enormi: per loro stessi e per chi i accoglie.
            Ecco, allora: visto che siamo tutti 'Cittadini dell'Europa Unita' (sic!) dovremmo pensare ai nostro confratelli europei in difficoltà, o no?
            Se la Grecia sta affrontando una prova durissima, se il Popolo greco è realmente (ossia, al di là del panorama a tinte fosche che ne dipinge la stampa (manovrata?) allo stremo, perché non aiutarlo con generi di prima necessità e medicine: c'è e qual è la differenza tra uno dei tanti terremoti che hanno colpito disastrosamente l'Ellade e questo terremoto finanziario-economico?
            Se differenza c'è è solo nell'origine del disastro (ma non sugli effetti): in un caso è effetto della Natura, nell'altro dell'uomo; con l'aggravante che, nel secondo caso, altri piccoli uomini continuano a scuotere le fondamenta greche, cercando di non permettere ai Greci neanche di rialzarsi e riprendere l'equilibrio.
            La tecnica è sempre quella, adottata dagli scenari bellici: quella del 'secondo colpo'; il primo tramortisce, il secondo annichilisce (se non uccide).
            Quello che sta avvenendo non ci è del tutto sconosciuto: in Italia, valenti Magistrati e Forze dell'Ordine fronteggiano quotidianamente i fenomeni dell'estorsione e dell'usura, con tutte le loro implicazioni; ecco, ci vorrebbe il loro piglio per valutare se quello che sta subendo la Grecia (e che domani potrebbe colpire noi... o qualche altro Stato della UE) possa essere assimilabile a quelle fattispeci di reato.
            L'Italia subisce pesantissime perdite per le mancate esportazioni in Russia (sotto embargo... ma questa è un'altra storia), il nostro premier dice qualcosa di improntato alla mediazione politica e 'toc' parte la bacchettata di Obama: ma ecco che 'tac' la fatina germanica colpisce tutti di sorpresa stipulando un vantaggiosissimo accordo con la Russia.     Alla faccia delle sanzioni e dell'embargo (che vale però per tutti...meno che per Berlino)!
             Guarda caso, contemporaneamente, la russa Gazprom disdetta l'intesa con la nostra Saipem proprio mentre la prima piattaforma italiana si sta posizionando per iniziare le prospezioni in acque russe...  Lavoro perso, guadagni persi, per noi Italiani: guarda caso, quasi in contemporanea con il vantaggioso affare tedesco: possiamo dire o no, filosoficamente, che ciò sia da attribuire ai 'casi delle vita'?
              Non ho però sentito le strida di una qualche governante per questo scandaloso agire! Tutti sotto anestesia german-europeista?
             Questo episodio sembra proprio parente dell'altra scandalosa decisione comunitaria, più anti-italiana che altro: si potrà fare il formaggio...senza latte, bensì utilizzando la polvere di latte.   Che non è la stessa cosa.
              A me, uomo della strada, tutto sembra irreale: come se una mano invisibile ci schiacciasse da dietro la nuca, per impedirci di risollevarci.
             L'ultima novità è che, nel pacchetto per poter 'benedire' da Berlino l'aiuto in extremis alla Grecia, potrebbe entrare la concessione da parte di Atene di una vasta area portuale - gestita esclusivamente da Berlino, come fosse una sorta di enclave -, da utilizzare come fanno Russia e Cina con le loro due analoghe strutture portuali.
              Se mai ve ne fosse bisogno, conferme dell'agire tedesco: esistiamo solo noi, e gli altri si devono adeguare; e chi non è con noi, è contro di noi.
              Un elemento gravissimo, che - andando indietro nel tempo - risale all'esplodere della bolla speculativa USA con il dramma-truffa di mutui e c.d. 'derivati', è che non è stato adottato alcun meccanismo borsistico per bloccare sul nascere quella speculazione che si scatena in situazioni similari.
              Chi ha dato un eccellente esempio all'Occidente evoluto e capitalista? Pechino! I governanti cinesi hanno dimostrato in poche mosse non solo la loro capacità ma anche che - volendo - si può arginare la speculazione che si muove attraverso il sistema delle Borse.
              Ecco, parafrasando le recentissime (e per molti, scomodissime) parole di Papa Francesco, è la speculazione che emana quel tanfo greve che viene dallo sterco del Diavolo!

Roma, 11 Luglio 2015                                      Giuseppe Bellantonio


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