mercoledì 1 ottobre 2014

RESISTENZA, CON ORGOGLIO.


            La Francia, alle prese con una crisi interna e di mercato non meno dura di quella italiana - specie se si vanno a valutare quei "fondamentali" sulla cui base, anche sotto il pieno assalto dei panzer camuffati da spread e delle divisionen che erano lanciate alla conquista camuffate da rating, le italiche condizioni erano migliori - ha dato una lezione di orgoglio a quell'Europa fiacca e molle che sembra tenere in grande considerazione chi ha "tradito" lo spirito e la lettera degli Accordi di Roma alla base della nascita di quell' "isola felice" che avrebbe dovuto e potuto essere l'Europa unita. 
          Non solo; chi ha "tradito" non ha solo tradito degli accordi, delle carte, dei protocolli, delle relazioni tra Stati: ha "tradito" la più parte dei Cittadini d'Europa, costringendoli alla fame, all'impoverimento, a cedere i loro beni (ancorchè a livello nazionale), a svendere/chiudere/cedere le loro imprese.
          La Francia, che anche nei peggiori frangenti storici non ha mai cessato di essere Nazione e Popolo, è una di quelle poche Nazioni dove l'orgoglio nazionale è stato sempre un gradino più in alto degli interessi particolari della classe politica: ne ha dato prova l'Esecutivo di François Hollande tirando rapidamente le somme dopo i pessimi risultati elettorali riscossi: la Le Pen e la destra sono candidati ufficiali alla successione, spinti da un'onda montante di consensi; la disaffezione dell'elettorato gauchiste è più che tangibile; il  crollo della popolarità e quindi del gradimento del Presidente Hollande è pesantissimo (meno del 30%); l'ingravescenza della crisi ecomomico-finanziaria si tocca ad ogni angolo; crescono le tensioni nelle periferie, ossia le tensioni con quell'ampia fascia di residenti provenienti dai Territori d'Oltre Mare; questo tanto per dare un quadro seppur incompleto della situazione.   
        Pur in questi angusti spazi di manovra, la Francia, con lo spettro di doversi "adattare" - e molto - alle sicure pretese di Bruxelles spinta dalle  insopportabili pressioni di Berlino (lo abbiamo già ricordato quando all'orizzonte europeo sembrava sorgere un asse Parigi- Berlino: storicamente, Francia e Germania sono "geneticamente" contrapposte); certa della probabile nomina di censori/tutori; non disponibile alla possibile cessione di pezzi importanti della propria macchina produttiva e quant'altro, ha deciso di sottrarsi all' "abbraccio mortale" prendendo le distanze anche da chi, almeno a parole, dimostrava/assicurava solidarietà negli intenti e nell'azione. 
        Ciò che è accaduto alla Grecia, a Cipro, alla Spagna e all'Italia, ha seguito procedure talmente chiare da costituire ormai un modello, uno schema, che la Francia ha forse valutato prossimo all'applicazione nei suoi confronti: bacchettate, moniti, consigli bonari, censure, compiti da fare, misure imposte, si sarebbero susseguiti in un vortice sempre più incontrollabile, mentre l'operazione "schiacciamento" avrebbe avuto il via libera.
          Questa impennata di orgoglio forse non salverà il destino elettorale di Hollande, ma gli farà recuperare in prestigio, consegnandone forse il nome ai libri di Storia: non come il Presidente che inviò bombardieri in Iraq o in Libia o in Mali, ma il Presidente che evitò (o tentò di evitare) il collasso della Francia sotto le spinte aggressive di uno stato estero che si serviva dell'apparato amministrativo/burocratico dell'Unione Europea per imporre metodi e condizioni  vessatorie agli altri Paesi aderenti.
          Viva la Francia, allora! 
         La Marianna invita perentoriamente i Cittadini alle barricate per resistere, per non soccombere schiacciati da un nemico meno visibile che non nel 1789, ma ancor più pericoloso perchè subdolo, camuffato di perbenismo, segnato da falsità e sorrisi rassicuranti, e certamente sostenuto da fiancheggiatori e complici utilitaristi e untuosi pronti a tessere lodi e mirabilie di quanti stanno via via assurgendo al ruolo di nemici dopo quello di avversari, con ciò mostrando il loro vero volto.
         Viva la Francia, allora!   Viva quei Francesi che con coraggio invaderanno le piazze per testimoniare il loro appoggio al Presidente e al suo Governo e per rendere visibile e tangibile che la misura, in Europa, è ormai colma: sempre e solo sacrifici, niente sbocchi lavorativi, perdita delle sovranità nazionali, povertà crescente o imminente, quando non affrontate hanno quegli sbocchi che è la Storia a insegnarci...
          Che il suo coraggio di Nazione possa oggi spronare anche altri ad averne di simile.

Roma, 1° Ottobre 2014                                  Giuseppe Bellantonio



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